mercoledì 8 agosto 2012

La forza della diversità

Cosa significa amare ? cosa significa vivere? Queste sono alcune delle domande che sicuramente vi sarete posti durante il film "Quasi amici" (film del 2011 diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano) recensito molto bene dal mio collega Aexar qualche mese fa. Questo secondo articolo ha inceve come scopo quello di soffermarsi un secondo sul concetto di diversità e normalità. Questa è sicuramente una pellicola che con grande capacità stilistica e senza grandi pretese dimosta come la straordinarietà, cioè la non ordinarietà, può essere nella vita non solo un punto di forza ma anche una straordinaria arma contro l'indifferenza.

Driss, l'immigrato senegalese all'apparenza anarchico, irrispettoso ed eccentrico e Philippe, milionario tetraplegico apparentemente calmo, riflessivo e acculturato in questo film rappresentano la forza della diversità. Ognuno di loro lungo la storia si arricchisce dell'altro (commovente e di grandissima forza concettuale è la scena dell'orchestra musicale nella quale Driss ha un primo approccio con la musica classica per poi avvicinare improvvisamente Philippe alla "sua musica"alla sua cultura).
La storia, raccontata con audace ironia, evidenzia come il vero handicap per entrambi è la componente caratteriale, troppo disinolta da un lato e troppo austera sall'altra. Cosa li aiuterà? E' questa l'idea geniale che stà dietro al film: l'irruenza e la sfrontatezza di Driss unita alla calma e alla cultura di Philippe. Il risultato? Sarà la voglia di vivere e la capacità di apprezzarsi, di stimarsi. Insomma ognuno di loro migliora facendo propri i limiti dell'altro che a questo punto non rappresenteranno più un ostacolo ma una forza.
Insomma una storia che ben si adatta alle nostre vite e che ci fornisce spunti per una riflessione importante sul valore e l'importanza che il nostro carattere ha nella realizzazione dei nostri progetti; l'interiorità prende il sopravvento su un reale handicap fisico che, in ultima analisi, è forse l'aspetto meno approfondito (volutamente) per dar risalto, invece, alla straordinaria capacità di entrambi di conoscersi senza pregiudizi, dimenticando il passato e le circostanze avverse.

L'eterogeneità dei due personaggi amplifica tutto questo, non solo una diversità fisica e caratteriale ma potremmo affermare una polifonica diseguagliaza. La musica sembra infatti esser cara ad entrambi, rappresentare una via di fuga e allo stesso tempo essa possiede i codici identitari di entrambi ma alla fine le due sonorità amate finiscono per confluire dando vita ad una nuova realtà musicale a metà strada tra i due gusti.

Insomma, Signori miei, un film di qualità, un'eccezione in un panorama di piattume, una pellicola intelligente che non potrete perdere....

Riconoscimenti 
 Premi César 2012
Miglior attore (Omar Sy)
Candidato per il miglior film
Candidato per il miglior regista
Candidato per il miglior attore (François Cluzet)
Candidato per la migliore attrice non protagonista (Anne Le Ny)
Candidato per la migliore sceneggiatura originale
Candidato per la migliore fotografia
Candidato per il miglior montaggio
Candidato per il miglior sonoro
Lumière 2012
Miglior attore (Omar Sy)
Candidato per il miglior filmTokyo International Film Festival 2011
Grand Prix al miglior film
Premio per il miglior attore (François Cluzet e Omar Sy)

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