Una delle cose di cui ci lamentiamo più spesso è che le nostre città
sono morte, non offrono nulla dal punto di vista culturale, se non, quando ci
va bene, musei stantii e polverosi, cinema che proiettano solo film di massa e
teatri che propongono polpettoni concettuali come La Corazzata Potëmkin
di fantozziana memoria. Verosimilmente, il panorama culturale delle nostre
città è veramente molto vicino a quello sopra descritto con toni apocalittici,
ma è anche vero che la domanda genera offerta, e viceversa, e che spesso noi
l’offerta non la cerchiamo né la domandiamo.
Siamo talmente bombardati da un numero così elevato “proposte” che
quelle veramente valide, spesso, non sono pubblicizzate, perché la cultura deve
essere chiusa in una torre d’avorio ed essere esclusivamente a disposizione
degli espertoni, guai a farla
contaminare da un povero pubblico di plebei. Oppure, se pubblicizzata, sparisce
tra le altre proposte e noi ci facciamo prendere dalla pigrizia per andarla a
scovare. E, giustamente, ci facciamo prendere dalla pigrizia, perché la cultura
deve essere fonte di piacere (che sia svago, piacere estetico o piacere
intellettuale poco importa), un hobby insomma, non possiamo far fatica anche a
trovare l’oggetto del nostro hobby!
Allora oggi la fatica di scovare una proposta vera, bella, valida la
faccio io, per gli amici romani. Conoscete la realtà del Tetro Valle Occupato (http://www.teatrovalleoccupato.it/)?
Tranquilli, non è un centro sociale pieno di sinistrorsi culturaloidi o radical chic,
ma un teatro che fa teatro e cultura nel centro di Roma.
Il Teatro Valle Occupato nasce il 14 giugno 2011 all’interno della
splendida cornice del Teatro Valle, costruito nel settecento nel centralissimo
Rione Sant’Eustachio, in quei vicoli che si trovano solo a Roma. Il motivo di
questa occupazione è il rischio di chiusura del più antico teatro di Roma
ancora in attività. I lavoratori dello spettacolo (dagli attori ai tecnici,
artisti, lavoranti, uomini e donne, fissi o precari che siano) decidono, quindi,
di prendere in mano la situazione e di diventare, finalmente, protagonisti
della programmazione culturale. L’occupazione attira lavoratori dello
spettacolo da ogni dove e di ogni livello, facendola diventare una festa piena
di performance, letture, monologhi a ciclo continuo per un buon numero di
giorni. Io ho avuto la fortuna di vivere a Roma nel periodo della sua nascita e
lavorare a pochi passi dal teatro e questo fermento frizzante si respirava
veramente nell’aria.
Oggi, oltre un anno dopo l’occupazione del Teatro Valle, il fermento
c’è ancora, le proposte dai laboratori agli spettacoli sono continui e per
tutti i gusti, ma a vantaggio di chi? Romani, il link c’è, basta iscriversi
alla newsletter e non dovete neanche fare la fatica di spulciare il sito per
trovare qualcosa di interessante. Cosa aspettate, approfittatene!
Nessun commento:
Posta un commento