martedì 18 settembre 2012

De Pigritia Culturale



Una delle cose di cui ci lamentiamo più spesso è che le nostre città sono morte, non offrono nulla dal punto di vista culturale, se non, quando ci va bene, musei stantii e polverosi, cinema che proiettano solo film di massa e teatri che propongono polpettoni concettuali come La Corazzata Potëmkin di fantozziana memoria. Verosimilmente, il panorama culturale delle nostre città è veramente molto vicino a quello sopra descritto con toni apocalittici, ma è anche vero che la domanda genera offerta, e viceversa, e che spesso noi l’offerta non la cerchiamo né la domandiamo.

Siamo talmente bombardati da un numero così elevato “proposte” che quelle veramente valide, spesso, non sono pubblicizzate, perché la cultura deve essere chiusa in una torre d’avorio ed essere esclusivamente a disposizione degli espertoni, guai a farla contaminare da un povero pubblico di plebei. Oppure, se pubblicizzata, sparisce tra le altre proposte e noi ci facciamo prendere dalla pigrizia per andarla a scovare. E, giustamente, ci facciamo prendere dalla pigrizia, perché la cultura deve essere fonte di piacere (che sia svago, piacere estetico o piacere intellettuale poco importa), un hobby insomma, non possiamo far fatica anche a trovare l’oggetto del nostro hobby!

Allora oggi la fatica di scovare una proposta vera, bella, valida la faccio io, per gli amici romani. Conoscete la realtà del Tetro Valle Occupato (http://www.teatrovalleoccupato.it/)? Tranquilli, non è un centro sociale pieno di sinistrorsi culturaloidi o radical chic, ma un teatro che fa teatro e cultura nel centro di Roma.
Il Teatro Valle Occupato nasce il 14 giugno 2011 all’interno della splendida cornice del Teatro Valle, costruito nel settecento nel centralissimo Rione Sant’Eustachio, in quei vicoli che si trovano solo a Roma. Il motivo di questa occupazione è il rischio di chiusura del più antico teatro di Roma ancora in attività. I lavoratori dello spettacolo (dagli attori ai tecnici, artisti, lavoranti, uomini e donne, fissi o precari che siano) decidono, quindi, di prendere in mano la situazione e di diventare, finalmente, protagonisti della programmazione culturale. L’occupazione attira lavoratori dello spettacolo da ogni dove e di ogni livello, facendola diventare una festa piena di performance, letture, monologhi a ciclo continuo per un buon numero di giorni. Io ho avuto la fortuna di vivere a Roma nel periodo della sua nascita e lavorare a pochi passi dal teatro e questo fermento frizzante si respirava veramente nell’aria.
Oggi, oltre un anno dopo l’occupazione del Teatro Valle, il fermento c’è ancora, le proposte dai laboratori agli spettacoli sono continui e per tutti i gusti, ma a vantaggio di chi? Romani, il link c’è, basta iscriversi alla newsletter e non dovete neanche fare la fatica di spulciare il sito per trovare qualcosa di interessante. Cosa aspettate, approfittatene!

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