martedì 18 settembre 2012

Estremizzato Oriente


Non si può negare che Toru Hashimoto (nella foto qui sopra) abbia la faccia da bravo ragazzo. Per questo risulta ancora più incredibile scoprire che questo giovane avvocato di 43 anni potrebbe scatenare uno sconvolgimento politico in Giappone come non lo si vedeva dalla fine della guerra. L'attuale sindaco di Osaka infatti ha intenzione di lanciare un movimento chiamato nientemeno che Partito per la Restaurazione del Giappone, il quale si propone di restituire all'arcipelago i mezzi che l'avevano reso una delle più grandi potenze mondiali. A tale proposito si notano nel programma riforme come un rafforzamento dell'esecutivo e anche un referendum sull'abolizione dell'articolo 9 della costituzione (rinuncia alla guerra) da associare al ridimensionamento della presenza militare statunitense all'interno dei confini nazionali.
Niente a che vedere con il cauto immobilismo del Partito Liberale, il quale assieme al Partito Democratico che solo pochi anni fa è riuscito a romperne il cinquantennale dominio sulla politica, scontano la crescente disaffezione dell'elettorato che potrebbe vedere proprio in Hashimoto un motivo per tornare a sognare. 
Il problema è cosa vuole sognare il Giappone. Forse la gloria di un passato di fronte al quale l'attuale polemica per le isole Senkaku è solo un pallido riflesso (ricco comunque di giacimenti di gas)? Oppure ambisce semplicemente a tornare una nazione normale come le altre? Da qui alle elezioni legislative manca ancora un anno, ma l'ingresso del Partito della Restaurazione nella scena politica giapponese potrebbe avere una forte risonanza sul dibattito in questo paese.
In Cina la situazione non è affatto più tranquilla, perché anche qui la disputa sulle isole, qui chiamate Diaoyu, ha raggiunto livelli di escandescenza soprattutto dopo l'annuncio di Tokyo di aver acquistato la maggior parte degli isolotti da un privato. A Beijing ad esempio si è svolta oggi una manifestazione davanti all'ambasciata giapponese e come se non bastasse cadeva pure l'anniversario dell'invasione nipponica. Non ci saranno state delle folle oceaniche, sebbene a preoccupare di più sono i vari episodi di discriminazione che si sono verificati contro i giapponesi presenti nel continente.
C'è chi vuole ricollegare l'agitazione ad un pretesto per distrarre la popolazione dalla fase di profonda incertezza politica che sta attraversando il Politburo da quando è caduto Bo Xilai. Proprio in questi giorni infatti è suonato un nuovo campanello d'allarme quando il delfino Xi Jinping, colui che molto probabilmente diventerà il prossimo presidente cinese, si è eclissato per circa due settimane per poi ricomparire come se nulla fosse. Non si capisce ancora bene se ciò fosse dovuto a problemi di salute o a tensioni mai sopite nel partito tra la fazione che si richiama al focoso Bo e i seguaci del pragmatico Xi. Impossibile decifrare la verità nella terra degli eterni mandarini.
Ad ogni modo gli sviluppi che stanno avvenendo in queste ultime settimane in Cina e in Giappone offrono molto di che discutere. Alla faccia di chi parlava di fine della storia...

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