martedì 16 ottobre 2012

Prometheus: considerazioni aggiuntive


Ebbene si, una seconda visione è consigliata. Dopo un'attenta valutazione dei particolari, eccomi di nuovo qui nel tentativo di spiegarvi l'ultima opera di Ridley Scott: Prometheus

Qualche giorno fa scrivevo del film come un forzato tentativo di palesare miti e divinità al cospetto del pubblico e della natura indipendente di questa pellicola rispetto al classico Alien del 1979. Un secondo approccio visivo alla storia ha comportato in me inevitabili considerazioni di natura aggiuntiva che credo valga la pena condividere:

Le mie risposte tenteranno questa volta di spiegare la natura del siero viscoso e di color nero contenuto nei numerosi vasi ritrovati nell'astronave degli Ingegneri: ebbene e se si trattasse del risultato di esperimenti sugli Xenomorfi? Ciò si riallaccia al quel famoso bassorilievo visibile all'inizio: quello è il vero Deus ex Machina; esso palesa una venerazione degli Ingegneri, mortali come noi, verso questi esseri, modello di forza e resistenza. Quello che sembra essere un monumento con sotto un prezioso omaggio (una strano diamante verde su una piattaforma immediatamente davanti alla parete) sembra disegnarci la via della verità su questo progetto. In un universo freddo. cinico e strettamente regolato da ferree leggi fisiche, dove non esiste trascendenza, non rimane altro che la ricerca del potere e della forza; non solo per l'umanità ma anche per una razza evoluta come gli Ingegneri. E questo spiegherebbe il successivo interesse della Compagnia verso lo Xenomorfo (ricordate il discordo di Ash prima di morire nel primo Alien? Se non ve lo ricordate lo troverete alla fine dell'articolo).  

E infatti Alien era ambientato in un universo post ideologico, il vuoto lasciato dopo la caduta degli dei è stato colmato nella fredda e dura consapevolezza della necessità di un cambiamento "biologico", volto alla ricerca dell'immortalità attraverso la scienza: lo Xenomorfo incarna questo, la voglia smisurata dell'immortalità o quantomeno di una vita longeva e di dominio. 

Se queste intuizioni si rivelassero esatte e se Ridley Scott partisse da questo e abbandonasse certe tematiche eccessivamente trascendenti, per tornare alle atmosfere della serie, allora il sequel di Prometheus (quello che sarà probabilmente il vero prequel di Alien) potrebbe essere grandioso, epico addirittura titanico. Affascinante sarebbe una guerra tra umani ed Ingegneri per accaparrarsi il DNA dell'alieno, così da poter modificare, attraverso l'ingegneria genetica, la natura mortale ed insignificante dei nostri corpi. Lo Xenomorfo inteso quindi non solo come arma, ma come evoluzione della specie; inteso come una filosofica fuoriuscita da se stessi (che fosse questo ciò che stavano cercando di fare gli Ingegneri sull'LV223? E magari sulla terra, senza una precisa volontà di creare l'umanità? O quello che David l'androide cerca di fare durante il film?). Questo eventuale (sicuro e già annunciato) sequel potrebbe così raccontare una lotta al predominio e alla morte stessa, che spiegherebbe e darebbe maggior senso anche allo stesso Prometheus, ricontestualizzandolo e rivalutandolo.

                                                                                                                                                                          

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