domenica 7 ottobre 2012

Star Wars in 3D: linee di confine tra Roma ed Hollywood


Quando si dice un’operazione commerciale e nulla più… questo in effetti è il risultato della conversione in 3D della saga di Star Wars. Episodio I: la minaccia fantasma, è tornato tempo fa al cinema in questa ormai consueta modalità di visione. Il risultato non è però soddisfacente e l’attrazione per la storia e per la saga non sarà certo scalfita né tanto meno migliorata da questa nuova sfida commerciale. 
Far pagare di più per godere di un film che vanta milioni di appassionati e che non presenta attrattive esclusivamente legate a epiche battaglie ed effetti speciali mozzafiato risulta assurdo e sconveniente. 

Un qualsiasi buon televisore di ultima generazione permetterà infatti di entrare nel mondo dei Jedi e dei Sith in modo coinvolgente e appassionante senza uno sforzo eccezionale delle nostre povere pupille.

Un dato risaputo è che che le riconversione non danno gli stessi esiti di un film concepito in 3D, non rendono allo stesso modo diminuendo non di poco la sensazione di “uscita dallo schermo” caratteristica principale della terza dimensione. In questo caso c’è solo una maggiore sensazione della profondità, nulla più. Insomma un’operazione evitabile, puramente economica, dagl’esiti incerti e nebulosi.
Ma cosa rende speciale la saga di Star Wars? E’ stata davvero un’intuizione geniale di George Lucas?  L’idea più arguta è stata quella di ambientare il tutto nello spazio, tuttavia esistono evidenti tratti comuni con Roma e la sua storia imperiale, quanti punti di contatto tra le figure dei Princeps e quelle dei Jedi, quanti stereotipi legati ad una democrazia che collassa e che viene sostituita da un nuovo ordine, da un regime totalitario e assoluto. Insomma la saga è posta su una linea di confine ideale tra l’idea sociale di superuomo americano bramoso di potere e quella di espansionismo dispotico espresso nei secoli dal vecchio continente: “Anche se spietati in guerra, nella sottomissione delle nazioni vinte e nella repressione delle rivolte, non c'è stato dominio nella storia che abbia saputo legare a se stesso tanta parte della cultura e della classe dirigente dei sudditi: con il consenso, e non solo con la violenza” Giorgio Ruffolo.

La caratteristica fondamentale della crisi Repubblicana e la conseguente età Imperiale sotto l’inesorabile doppiogioco di una minaccia fantasma, che partisse dall’interno, sono i cardini su cui Star Wars poggia le sua fondamenta tematiche. Queste, a loro volta, sono temporalmente e spazialmente legate ad un mondo altro: “…tanto tempo fa in una galassia lontana lontana..”. Temporalmente perse nel tempo (2000 anni di storia) e spazialmente distanti: un metaforico percorso tematico esistente fra Roma ed Hollywood.
Espansionismo, potere, forza e volontà sono le tematiche principali della storia Romana e della realtà espansionistica dell’Impero: George Lucas, in definitiva, ha tratto ispirazione da tale ricchezza storiografica costruendo su di essa una “nuova” mitologia filmica così grande e innovativa esattamente come lo fu l’unicità dell’ Impero romano nel suo insieme. Nulla si è più visto di simile nella storia, molti sono stati i tentativi di imitazione di tanta grandezza ma scarsi i risultati.

In definitiva anche nel mondo cinematografico la saga ha rappresentato qualcosa di unico, a volte anche di pericoloso. Il critico cinematografico Morando Morandini la definiva in questi termini: “Guerre stellari è uno dei film che più hanno influenzato l'industria dello spettacolo cinematografico, sebbene sia legittimo domandarsi se sia stata un'influenza positiva o negativa”.
In conclusione è interessante notare la verisimiglianza del mondo di Guerre stellari con una concezione di realtà antica, logora e metaforicamente “vissuta”: attraverso atmosfere e luoghi intonsi mostrava ambienti sporchi e logori dando l’idea di un tempo remoto anche se ambientato in un “futuristico”universo “passato”. La visione di Lucas di un "Universo consumato" fu poi riutilizzata in molti film del genere, come ad esempio Alien, che sono la rappresentazione del nostro “universo interiore” e della bramosia di potere che ci governa.


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