Salvo D’Acquisto non partì volontario per l’Africa.
Nei suoi pensieri c’era sempre la famiglia e il suo prossimo ritorno a casa.
Nei suoi pensieri c’era sempre la famiglia e il suo prossimo ritorno a casa.
Questo è quello che Rita Pomponio, nel suo libro Salvo D’Acquisto il martire in divisa, mette in evidenza con grande chiarezza, dando un'immagine umana e quotidiana all’eroe carabiniere morto il 23 settembre 1943.
“Se per Natale non vi sarà possibile venire a Roma, per tale data sarò io
che verrò a Napoli perciò di questo non vi dovete preoccupare eccessivamente, anche
perché mancano soltanto due mesi”. Secondo le ricerche della scrittrice Salvo non aveva
alcuna intenzione di partire per una guerra in cui non credeva:
Sig.ra
Pomponio qual è il dato più significativo del suo libro? Salvo D’Acquisto era
davvero partito per l’Africa Volontario nel 1940?
Uno
degli elementi più significativi della biografia da me prodotta è proprio il
chiarimento riguardo questo equivoco che la storia ci ha lasciato, quello relativo alla
verità sulla presunta volontarietà del giovane Salvo D’Acquisto di partire per
l’Africa. Un dato che dalle mie ricerche si è rivelato inesatto, Salvo infatti non partì volontario.
La storia non sempre ci è stata raccontata in
modo corretto e il mio studio sull’uomo, ancor prima che sull’eroe, mi ha fornito
dati diversi. La mia volontà iniziale era narrare la vita di Salvo D’Acquisto
partendo dalla sua natura umana e quotidiana fatta di messaggi alla famiglia e
di attenzione verso i valori ad essa correlati. L’eroe è descritto proprio
partendo dai suoi affetti più cari. Nel mio libro è presente una descrizione di
questa esplicita non volontarietà di recarsi in Africa che scaturisce dai suoi
precisi scritti.
Perchè ha scelto di fare una biografia su Salvo D'Acquisto?
Presentavo
un libro su Rosa Venerini e invitai fra gli ospiti un Maresciallo dei Carabinieri che mi propose di scrivere questo libro. Inizialmente rifiutai ma
poi, dopo alcune riflessioni e una sempre crescente curiosità, decisi di
accettare. Contattai il fratello, che rimase sorpreso dato che nessuno lo aveva
mai contattato per notizie su Salvo nonostante ci siano stati altri testi e
sceneggiati in tv, e mi dette in modo
gentile e cortese tutte le informazioni che cercavo. Decisi di ricercare la sua
famiglia proprio per dare un valore umano e concreto oltre che veritiero
all’eroe. Il mio scopo era quello di approfondire la ricerca sulla radice di
queste sue immense qualità che lo condussero al sacrificio estremo.
Quale
è stato il percorso che ha condotto?
Questo
libro è la descrizione del viaggio di una persona, volevo dare un immagine vera
ai lettori volevo raccontare la storia di un uomo che ha scelto di morire per
salvare gli altri. Di un uomo che è morto quando ancora poteva salvarsi, non
era ancora periodo di rappresaglia, i tedeschi non volevano uccidere, volevano
solo un colpevole da sacrificare e questo è dimostrato dal fatto che
aspettarono fino a sera. Io nel mio libro non mi sono mai posta in una
dimensione di giudizio ma di racconto, partendo dagli elementi concreti che mi
hanno fornito le mie ricerche. La storia va raccontata nel periodo e
contestualizzata, questo è l’unico modo per offrire un servizio di qualità alla
gente.
Cosa
le ha lasciato dentro Salvo D’Acquisto?
Mi
ha certamente arricchito, mi ha trasmesso la sua umiltà, la sua umanità e il
suo altruismo. Valori sani che oggi sembrano scomparsi. Una delle qualità di
Salvo che mi ha lasciato di stucco fu quella che gli permetteva ogni volta
compiuto un arresto di trovare la pazienza e la calma di spiegare all’arrestato
lo sbaglio commesso. Ma non lo faceva con arroganza o presunzione ma con la voglia vera di redimere e far
migliorare la persona che aveva davanti. Salvo D'Acquisto è un esempio per tutti ancora oggi.
Nessun commento:
Posta un commento