Pensato e riproposto in 3D dopo un’attenta opera di restauro nell’ambito dell’ iniziativa il Cinema Ritrovato: classici restaurati in prima visione, questa pellicola del 1954 è una delle opere più splendide e significative del maestro della suspense. Particolarità è che per più della metà dell’azione del film l’inquadratura è rinchiusa in un’unica scenografia, come il successivo Rear Window, fornendo al regista un vincolo ma allo stesso tempo un espediente per mantenere l’unità e la logica all’interno della storia.
Questa scenografia, raffigurante la casa dei coniugi Wendice, è utilizzata da Hitchcock per esprimere quel virtuosismo che gli consente di costruire inquadrature fatte a posta per l’utilizzo della terza dimensione riuscendo ad esaltarla in alcune sequenze. Un esempio è rappresentato dall’inquadratura della serratura della porta della casa, un elemento casalingo che risulterà determinante per lo sviluppo della storia.
Tony Wendice, ex stella del Tennis una volta saputo dell’infedeltà della moglie Margot si dedicherà alla scrupolosa organizzazione del suo delitto per ereditarne le fortune. Ma nonostante i particolari preparati al dettaglio non tutto andrà come previsto…
Anche Truffaut a proposito di Hitchcock dichiarò: “ La carriera di Alfred Hitchcock prova che un regista può conoscere il successo e rimanere fedele a se stesso, scegliere i propri temi, trattarli a modo suo, realizzare il suo sogno…”
In ultima analisi il film possiede una particolarità: possiede quello che nel linguaggio cinematografico è conosciuta come focalizzazione zero; lo spettatore domina tutta la narrazione conoscendo il responsabile dell’ideazione del delitto e l’esecutore, ad un certo punto dell’azione ne sa più dei personaggi coinvolti nel delitto. Il gioco che rende così affascinante il film e gli consente di essere sviluppato all’interno di un unico ambiente senza appesantirsi sta proprio nella curiosità dello spettatore di vedere come il piano sarà smascherato e con quali tecniche. Insomma un capolavoro assoluto.
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