La legge in questione consentirà al presidente di legiferare per decreto nei prossimi dodici mesi, in piena autonomia dalle Camere e con riferimenti talmente generici sul tipo di emergenze che legittimano un potere del genere da dargli praticamente carta bianca su tutto.
Un tasto sul quale Maduro ha battuto in particolare per giustificare il rafforzamento dei propri poteri è la guerra dal sapore tipicamente marxista contro la 'borghesia parassita', culminata con il clamoroso arresto in questi giorni di un centinaio d'imprenditori accusati di frode fiscale e aggiotaggio. Un bersaglio da servire al popolo su un piatto d'argento per spiegargli come mai l'economia del paese non vada più così bene e perché l'inflazione invece di crescere 'soltanto' del 15% annuo sta galoppando tranquillamente intorno al 40%.
Dopo la vittoria sul rasoio delle ultime presidenziali, che hanno visto l'erede di Chavez spuntarla sul rivale Capriles per poco più di 200.000 voti (altro che i semi-plebisciti del caudillo), Maduro pare intenzionato a consolidare il suo potere più con gesti eclatanti che attraverso una paziente transizione. Lo dimostrano iniziative come l'anticipazione delle feste natalizie o la fondazione di un Vice Ministero per la Suprema Felicità che secondo i suoi piani dovrebbero distogliere la gente da chi semina "invenzioni sulla confusione e violenza nel paese". Intanto con le prossime elezioni municipali dell'8 dicembre vedremo cosa ne pensa il popolo di questo superpresidente che lotta contro il male, vuole dispensare felicità a modo suo e tenta di rincuorare i nostalgici sostenendo di aver visto il beneamato Chavez sotto forma di uccellino o nel profilo delle montagne.
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