Com'è difficile la vita di chi sta vicino al principe rosso Kim Jong-Un. Se n'è resa conto la sua ex fidanzata, la cantante Hyong Song-wol che lo scorso agosto è stata fucilata assieme ad altre dieci persone per aver diffuso un video pornografico. Un destino meno cruento, anche se forse ci è mancato davvero poco, è toccato al potente zio di Kim, Jang Song-thaek, che dopo essere stato per anni una sorta di numero due del regime nordcoreano è caduto improvvisamente in disgrazia a causa probabilmente del suo ruolo fin troppo scomodo nel paese.
Jang in virtù della sua posizione nella dinastia Kim come marito della sorella di Kim Jong-il ha gestito insieme alla consorte la difficile transizione nel paese dopo la morte del Caro Leader nel dicembre 2011. Per questo nel primo periodo della presidenza di Kim Jong-un egli è stato una presenza quasi costante nelle cerimonie e visite ufficiali del nuovo leader. Qualcuno forse avrebbe potuto cogliere in questa figura un segno in qualche modo incoraggiante per il futuro del regime, visto che Jang è stato testimone consapevole dei progressi in Corea del Sud e nella Cina post-maoista.
Il destino tuttavia ha voluto che fosse un attore apparentemente secondario ad imprimere la vera svolta nel regno di Kim Jong-un. Con Jang infatti compariva spesso un altro ufficiale, Choi Ryang-hae, figlio di un veterano della guerra contro i giapponesi e amico del fondatore Kim Il-Sung, che a poco a poco ha scalzato Jang dal suo ruolo. A differenza di quest'ultimo che con la sua condotta non proprio esemplare - nel 2004 era stato mandato in un campo di rieducazione per via di uno scandalo per corruzione - la sua cerchia e le sue idee vagamente liberali poteva costituire un pericoloso rivale, Choi ha dimostrato al giovane Kim di essere un servitore molto più fedele garantendogli non solo la lealtà delle forze armate sotto il suo comando, ma anche la piena adesione all'ideologia dinastica.
Adesso pare dunque che sia arrivata la resa dei conti tra Kim e lo scomodo zio, che dopo essere stato licenziato dal suo incarico alla Commissione di Difesa Nazionale è praticamente sparito nel nulla, mentre ai suoi seguaci è andata molto peggio essendo stati giustiziati a metà novembre in pubblico. Resta un futuro opaco come quest'intrigo degno di un'opera shakespeariana.
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