mercoledì 25 gennaio 2012

Europa Universalis III - Portogallo

E' la seconda volta che provo ad avventurarmi con il Portogallo in Europa Universalis III, ma la prima volta ero stato ostacolato da un'economia all'inizio non proprio entusiasmante e una Castiglia assetata di sangue che dopo neppure un secolo ha deciso di schiacciarmi con tutto il suo peso. Da allora ne sono passate di campagne e adesso la storia è andata in tutt'altro modo.


Il Portogallo non parte da una posizione molto semplice, essendo schiacciato in fondo al continente da un vicino molto più grande e inibito verso sud da una coalizione tra Marocco e Algeria che per almeno un buon secolo e mezzo sono ancora dei nemici alla pari. L'espansione in Africa è sempre possibile, ma nella maggior parte dei casi è subordinata all'aiuto del vicino castigliano che solitamente si prende la fetta migliore. Ma si sa, per collocazione geografica la proiezione dei lusitani è altrove. Non appena ho attivato l'idea nazionale degli esploratori ho passato l'intero XVI secolo ad approfittare del mio vantaggio sulla colonizzazione per accaparrarmi la maggior parte del Sud America, Cuba e l'isola di Terranova. Poiché con le nuove espansioni  del gioco l'invio di coloni è diventato più costoso, buona parte della mia economia è stata drenata nelle avventure oltreoceano, trascurando invece lo sviluppo nella madrepatria.



La Castiglia, divenuta nel frattempo Spagna, sembrava essersi accorta del mio squilibrio e ha iniziato a mostrare un atteggiamento sempre più ostile fino a rompere l'alleanza che ci univa e a mandarmi ripetuti insulti diplomatici per prepararsi ad una guerra di conquista che si annunciava imminente. Per non ripetere lo stesso copione che aveva prematuramente interrotto l'altra campagna, mi sono alleato direttamente con i principali rivali spagnoli (Austria e Inghilterra), ho aumentato l'esercito e iniziato a fortificare le città col risultato che il mio arcinemico ha rinunciato a lanciare l'offensiva per evitare un fatale accerchiamento.
In questo modo nel XVII secolo mi sono potuto dedicare tranquillamente a iniziare la colonizzazione dell'Africa e ad inviare spedizioni persino in Oriente, dove mi sono scontrato con le potenze indiane come Ceylon e il colossale impero dei Vijayanagara.


Purtroppo l'avventura indiana si è dovuta fermare a Ceylon, visto che il subcontinente aveva fin troppi soldati da piegare prima di ottenere una minima soddisfazione territoriale. Grazie alle nuove colonie ho potuto tuttavia fondare la Compagnia delle Indie e popolare nuovi avamposti in Australia e Indonesia.
Nel frattempo in Europa la Francia scompariva sotto i colpi della Borgogna, la quale veniva a sua volta aggredita dall'Austria in uno scontro tra titani la cui portata ha posto fine alla mia alleanza con Vienna (rischiavo praticamente una rivoluzione se mi fossi unito nella lotta). A farmi compagnia rimaneva il nuovo regno della Gran Bretagna, il cui aiuto poteva rivelarsi insufficiente ad affrontare il gigante spagnolo. Per fortuna il Settecento si apriva con lo sviluppo galoppante delle mie numerose colonie che hanno accelerato a dismisura il progresso tecnologico. L'esercito portoghese di conseguenza anche se molto meno numeroso era di qualità decisamente superiore a quello spagnolo, ragion per cui chi un tempo sognava di inghiottirmi in un sol boccone preferì ritornare alla vecchia alleanza, a cui si unì in seguito l'emergente potenza svedese.


Il resto della campagna è filato liscio come l'olio. La forte posizione commerciale e la crescita ininterrotta delle numerose colonie in tutto il mondo ha consentito di creare una flotta senza pari e il terzo esercito più numeroso del mondo ma primo a livello di avanzamenti. La Spagna da presuntuosa com'era è passata ad essere membro subalterno del gruppo e assisteva sgomenta alle rivoluzioni che disfacevano il suo impero d'oltremare. L'idillio si è interrotto brevemente quando i miei alleati svedesi e inglesi si sono dichiarati guerra l'un l'altro e sono stato costretto a schierarmi con i primi. La guerra si è conclusa con un nulla di fatto nei primi anni dell'Ottocento che vedevano un impero portoghese all'apice della sua potenza.


La mappa mostra i domini del Portogallo nell'anno 1820. La madrepatria si è estesa alla Galizia spagnola, mentre le colonie vanno dall'America nord-centrale (isola di Terranova, Cuba) a quella meridionale (Brasile, Uruguay, Paraguay e Argentina settentrionale), passando per l'Africa (Marocco, Mauritania, Mali, Costa d'Avorio e Sud Africa) e proseguendo in Asia (Ceylon, Aceh, Filippine, Tamor e Taiwan) fino all'Australia.
Nelle mie campagne tendo a non avere troppa fame di territori, ma un piccolo rimpianto va alla mancata conquista dell'India. Inoltre posso aver avuto scarsa iniziativa nel Quattrocento, perché fare qualche piccolo sacrificio per indebolire la Castiglia, magari con l'aiuto di Aragona, può senza dubbio aiutare molto per la futura colonizzazione e per avere meno fiato sul collo.
Presto una nuova campagna con il successore cronologico di Europa Universalis III, ossia Victoria II e la sua nuova espansione A house divided, posticipato disgraziatamente al prossimo 2 febbraio (sgrunt).

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