Le probabilità di un lieto fine purtroppo sono assai scarse. Sicuramente le forze di sicurezza locali hanno fatto importanti progressi, ma da qui a tenere sotto controllo da soli un'entità ancora molto lontana dall'essere uno Stato propriamente detto ce ne vuole. Colpa di un territorio che nei secoli ha favorito più il tribalismo che un governo centralizzato e di vicini che non hanno cessato di sfruttare questa debolezza per soddisfare i loro interessi. E qui salta fuori il solito Pakistan e il suo servizio segreto dell'Isi, un tempo eccezionali retroguardie dei combattenti che dovevano buttar fuori i sovietici e ora colpevoli di usare lo stesso, sporco gioco contro i "buoni" che dicono di aver perso ormai la pazienza.
Un disastro annunciato? Forse sì, ma anche no, dato che all'ultimo vertice della Shangai Cooperation Organization (Sco), una sorta di contro-NATO dell'est in fase di gestazione, i suoi membri si dicono disposti a sostenere l'Afghanistan nel suo cammino di stabilizzazione. Che a leggere tra le righe significa attirare Kabul nell'orbita di Mosca e Pechino non appena gli americani avranno levato le tende. Basterà a garantire la pace nel paese? Non è escluso, ma data la compagnia del club (che annovera campioni di democrazia come Kazakhstan e Uzbekistan) l'Afghanistan che verrà potrebbe non essere quello auspicato da chi voleva esportare il libero governo...
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