martedì 12 giugno 2012

Il lento abbandono


Il disimpegno dalle missioni militari all'estero è sempre una buona carta da giocare nelle elezioni, un altro conto mantenere la promessa per davvero. Ma gli eventi hanno voluto accelerare i tempi per il neo presidente François Hollande, che dopo un recente attentato in Afghanistan costato la vita a quattro connazionali ha annunciato ufficialmente il ritiro delle truppe francesi (quarto contingente ISAF per numero) nel mese di luglio. Due anni prima dell'uscita di scena degli Stati Uniti, quando come un genitore pieno di fiducia lasceranno il bambino afgano a camminare da solo. Riuscirà per allora il pargoletto a reggersi in piedi o farà un capitombolo che costringerà l'adulto spaventato a riprenderlo subito in braccio?
Le probabilità di un lieto fine purtroppo sono assai scarse. Sicuramente le forze di sicurezza locali hanno fatto importanti progressi, ma da qui a tenere sotto controllo da soli un'entità ancora molto lontana dall'essere uno Stato propriamente detto ce ne vuole. Colpa di un territorio che nei secoli ha favorito più il tribalismo che un governo centralizzato e di vicini che non hanno cessato di sfruttare questa debolezza per soddisfare i loro interessi. E qui salta fuori il solito Pakistan e il suo servizio segreto dell'Isi, un tempo eccezionali retroguardie dei combattenti che dovevano buttar fuori i sovietici e ora colpevoli di usare lo stesso, sporco gioco contro i "buoni" che dicono di aver perso ormai la pazienza. 
Un disastro annunciato? Forse sì, ma anche no, dato che all'ultimo vertice della Shangai Cooperation Organization (Sco), una sorta di contro-NATO dell'est in fase di gestazione, i suoi membri si dicono disposti a sostenere l'Afghanistan nel suo cammino di stabilizzazione. Che a leggere tra le righe significa attirare Kabul nell'orbita di Mosca e Pechino non appena gli americani avranno levato le tende. Basterà a garantire la pace nel paese? Non è escluso, ma data la compagnia del club (che annovera campioni di democrazia come Kazakhstan e Uzbekistan) l'Afghanistan che verrà potrebbe non essere quello auspicato da chi voleva esportare il libero governo...

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