“…domandare se l’arte sia eliminabile
sarebbe né più né meno come domandare se siano eliminabili la sensazione
o l’intelligenza, l’arte è in definitiva intuizione pura”
Benedetto Croce
E’ con queste parole che Benedetto Croce , filosofo e principale
ideatore del liberalismo novecentesco, creatore del Partito Liberale
Italiano, definiva il concetto di arte.
Ma cos’è l’arte in senso oggettivo? Seppur interpretata sempre
nell’ambito di correnti circostanziali è sicuramente vero che l’arte è
innanzitutto creazione di qualcosa che nella sua intrinseca natura è
artificiale e frutto di un pensiero originario, un’intuizione, un’idea
che nella sua genesi non è certamente di ordine naturale o
meccanicistico ma frutto della “luce” intellettiva del genere umano.
L’arte è dunque posta ad un livello superiore rispetto alla natura, è espressione di un mondo interiore. Aristotele
evidenziò invece come la creazione dell’opera d’arte permette la
materializzazione dell’idea e quindi la sua manifestazione.
Quest’idea è però scaturita esclusivamente dalla mente dell’artista e
non può essere equiparata alla concezione platonica di bellezza
assoluta, oggettiva e naturale.
Correnti quali il romanticismo, l’espressionismo e successivamente
tutte le avanguardie di inizio ‘900 sono convenute alla concezione di un
prodotto artistico frutto si un soggettivismo intrinseco: l’arte è la
rappresentazione materiale dell’anima. Anche il funzionalismo
contemporaneo derivato dal cosiddetto nichilismo Vattimiano è sempre in
senso individuale un esperienza interiore di collocazione di un arte che
deve sopravvivere nella non-arte, nel funzionale, nel superfluo di un
mondo consumistico e capitalista. Un’ importante definizione è
quella di Pier Paolo Ottonello: “Il nichilismo come negazione radicale o
metafisica, è dunque negazione del senso dell’essere e degli enti in
quanto significato e realtà sostanziali, che possono essere tali solo in
quanto fondati nell’assolutezza dell’essere. Nichilismo è dunque,
essenzialmente, l’assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre
le strade o dell’indeterminazione dell’essere e degli enti o
dell’univocità radicale essere nulla”.
L’espressionismo tedesco, legato anche al mondo del cinema (Tim Burton ne offre un esempio nel suo cortometraggio Vincent),
ci offre spunti interessanti nella direzione di un arte che non è
imitazione dei processi freddi e ripetitivi della natura ma una sorta di
scassinatura dell’espressività interiore attraverso immagini e parole
monto più intense che, nella loro rappresentazione mentale della realtà,
si distaccano totalmente da schemi rigorosi.
La creatività come espressione dell’interiorità dell’uomo è
la vera essenza della pittura, della scultura, del cinema e della
letteratura che senza la componente “umana” sarebbe solo una fredda
ricostruzione della realtà comunque filtrata da un interiorità.
Dunque ha senso affermare che non può esistere l’arte come imitazione
totalizzante della natura e che questa non potrà mai essere
un’espressione dei più rigorosi processi naturali, dove all’intelligenza
si sostituisca il meccanicismo più radicale, perché se così fosse non
toccherebbe all’uomo ma al mondo stesso, al pianeta, all’universo.
Per comprendere questo tipo di soggettivismo estremo ecco un
intervento di E. di Stefano sul personalismo di Edvard Munch,
famosissimo pittore espressionista autore del celebre Urlo: “Come
Kafka, anche Munch non cessa mai di sentirsi misteriosamente colpevole e
perseguitato dai propri spettri. E nei suoi quadri non farà altro che
“scrivere” e “riscrivere” la sua vita: un’autobiografia dell’anima per
immagini, o meglio un’anatomia delle catastrofi dell’Io, impridente
nell’intensità, provocante nei mezzi. Chi guarda sbatte contro
quell’ansia e vi riconosce la propria: non vi è dubbio che tra i
pittori, Edvard Munch è colui che più di ogni altro, ha saputo dare
volto alla psiche moderna.”
Dare un fisionomia alla psiche, all’interiore, una concretezza
all’anima più nascosta è arte: ecco cosa fa la differenza con il mondo
che ci circonda e ciò che permette all’uomo di essere davvero immortale
ed eterno.
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