giovedì 5 luglio 2012

Per me niente Acta, grazie


Concordato quasi in gran segreto dalla maggior parte dei paesi occidentali (con la partecipazione straordinaria di Marocco, Corea del Sud e Giappone), l'accordo anti-contraffazione meglio conosciuto, o sarebbe il caso di dire non appena è stato conosciuto, come Acta ha scatenato fin da subito un vespaio di polemiche a cominciare dal popolo della rete.
Dietro alla più che legittima volontà di tutelare i diritti della proprietà intellettuale si nascondeva infatti un sistema non poco inquietante, dove i provider sarebbero sollecitati (se non vogliono essere accusati di corresponsabilità) a fornire i dati di chi violerebbe le suddette proprietà. Il che si presterebbe facilmente a degli abusi di autorità, niente da invidiare agli utenti del web cinesi con l'unica differenza che invece di servire gli interessi del PCC in questo caso si gioca tutto a favore delle grandi industrie.
Per il momento l'Unione Europea, che aveva sottoscritto l'accordo a gennaio con l'esclusione di Germania, Paesi Bassi, Slovacchia, Estonia e Cipro, ha bocciato l'Acta con un voto in Parlamento di 470 deputati contro 200. Questo grazie anche ad un'imponente campagna di mobilitazione da parte della società civile e di internet, dove gli hackers di Anonymous non si sono fatti sfuggire l'occasione di lanciare qualche attacco ai siti istituzionali per dare visibilità ad una questione che soprattutto qui in Italia è stata largamente ignorata...

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