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sabato 25 agosto 2012
Un'estate di straordinaria follia
Il cinema di Denver, l'università del Texas, il tempio sikh nel Wisconsin e infine le strade di Manhattan: quattro teatri di sangue che si sono alternati in un intervallo troppo breve per qualsiasi nazione civile, anche per un'America tristemente nota per simili tragedie. Una follia motivata dalle più disparate ragioni che vanno dall'odio razziale all'instabilità mentale o la disperazione di chi ha appena perso il lavoro.
Al di qua dell'Atlantico molti ovviamente puntano il dito contro la facilità con cui gli americani possono armarsi. Non è la prima volta che si muove questa critica e in tempi di crisi economica e di gravi ripercussioni sociali fatichiamo maggiormente a capire il senso di un costume che rischia di gettare ancor più benzina sul fuoco.
Difficile scalfire una tradizione che ha dalla sua alleati come l'onnipotente National Rifle
Association e l'industria delle armi e gode della quasi sacralità del secondo emendamento che
affonda ai tempi di Washington o del mito della Frontiera con le sue sfide e i suoi pericoli. Il District of Columbia (Washington) ha provato ad annullare il diritto ad armarsi qualche anno fa, finché la Corte Suprema non ha costretto la capitale a rientrare nei ranghi.
L'ultima carneficina avrà anche spinto il sindaco di New York Bloomberg a lamentarsi della quantità di armi in circolazione. Basterà a riaprire la discussione sull'argomento? Considerando la vicinanza del voto di novembre è lecito dubitare che vi sarà il coraggio di farlo a breve...
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