domenica 14 ottobre 2012

Verso Metro: Last Light

Per gli amanti dei survival horror l'inizio del prossimo anno non potrebbe essere più ghiotto con l'arrivo di due giganti come BioShock Infinite e Dead Space 3. C'è poi un terzo incomodo meno blasonato, ma non per questo meritevole di passare inosservato. Si tratta di Metro:Last Light, il seguito del buon Metro 2033, shooter ispirato ai romanzi di Dmitry Glukhovsky uscito quasi tre anni fa per PC e Xbox 360.


Ciò che contraddistingue l'esperienza di Metro 2033 sono gli ambienti claustrofobici che ci trovavamo ad attraversare sotto una Mosca resa invivibile dal disastro nucleare. A differenza di scenari simili come Fallout che alternavano fasi dungeon a escursioni all'aperto, qui il nostro alter ego si troverà ad avventurarsi prevalentemente tra oscuri quanto malsani cunicoli della metropolitana e altri angusti passaggi così radioattivi da costringerli ad attraversarli con una maschera che renderà la nostra visuale ancor più annebbiata.



Naturalmente non saremo gli unici sopravvissuti, ma non c'è da illudersi perché nella catastrofe difficilmente troveremo degli amici disinteressati. Quel che importa a quest'umanità diffidente ed aggressiva infatti è riuscire a sopravvivere alle varie bande di predoni (d'ispirazione più o meno politica) che hanno riempito il vuoto lasciato da una società al collasso, per non parlare delle creature denominate Tetri, la cui ferocia e potenza risveglia un timore quasi reverenziale. 


Metro 2033 si concludeva con il disperato tentativo di porre fine almeno alla minaccia dei Tetri. Metro:Last Light riprende laddove il capitolo precedente si era fermato e a giudicare dai trailer sembra che la trama sarà incentrata sullo scontro tra le fazioni che popolano i sotterranei di Mosca e un misterioso individuo che potrebbe avere la soluzione per ridare la pace a questa civiltà martoriata. Non resta che aspettare maggiori dettagli e gustarsi questo lungo filmato di gameplay tanto per avere un assaggio di quest'imminente discesa negli inferi.






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