La storia racconta le vite di Ali e Stéphanie, due personaggi che non potrebbero essere più diversi e si troveranno a condividere un'esperienza difficile che però arricchirà entrambi. Ali è infatti un padre che trascura il proprio figlio, sebbene non lo faccia in malafede ma perché come dimostrerà anche con la famiglia ed il lavoro è apparentemente incapace di prendersi una qualsiasi responsabilità. Un giorno conosce per caso Stéphanie, splendida animatrice di un parco acquatico che poco dopo rimane vittima di un incidente che la costringerà per sempre su una sedia a rotelle. La disperazione è dietro l'angolo, finché una chiamata al ragazzo che le aveva mostrato tanta cortesia non darà vita ad un rapporto che nella sua turbolenza riuscirà comunque a ridare un po' di luce nella sua esistenza.
Rispetto alla pellicola di Nakache, questo film ci offre una narrazione dai toni meno frizzanti e scandita dai ripetuti contrasti tra il carattere forte di lei e la volubilità di lui. Torna invece la reciproca compensazione, anche se in questo caso a beneficiare dell'altro è soprattutto Ali, il quale troverà in Stéphanie l'unico punto fermo di un'esistenza così incosciente da incrinare ogni cosa che le sta attorno. Buono.
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