“È molto divertente fare
l'impossibile”
Walt Disney
(Walter Elias Disney).
Con questa
breve ma significativa frase più di 50 anni fa il fondatore della più grande
casa di produzione di cartoni animati affidava ad animatori, disegnatori e a
uomini di passione tutte le sue speranze per un cinema fiabesco ed intelligente.
Ma quale è stato l’apporto delle donne in
tutto il percorso creativo del cinema d’animazione disneyano e non?
A questa
domanda ha tentato di dare una risposta Matilde Tortora che al Rome Indipendent
Film Festival, qualche anno fa, ha presentato il suo libro dal titolo: “Le donne
nel cinema d’animazione”.
Intervenuto anche uno storico della Disney: ciò che è stato maggiormente messo
in risalto è la natura “indipendente” dell’animazione, che non è però inteso
come un genere a se, ma la forma più longeva di “cinema” che sia mai esistita.
La sua analisi, tutta al femminile, ha posto l’accento anche su quelle produzioni giapponesi e sudamericane che poco si conoscono nel nostro paese e che vedono molte donne protagoniste.
Il libro,attraverso immagini, fotografie delle autrici e una dettagliata ricerca storiografica pone come obbiettivo quello di valorizzare il lavoro delle donne nell'ambito della creatività.
L’immaginazione, abbracciandone il passato, è possibile grazie ad un sostegno del loro presente e credendo fortemente nel loro futuro di artiste riconosciute.
Inevitabile durante l’incontro una più che giusta considerazione sulla posizione del film d’animazione nell'immaginario collettivo: l’idea emersa pone al centro la questione della sottovalutazione e della contestualizzazione del prodotto, è stato sottolineato come in Italia l’idea del cartone animato sia solo legato al pubblico infantile e di come invece dovrebbe essere riconsiderato come prodotto fruibile anche dai più grandi, come avviene in America e in molti paesi europei. Insomma è un’analisi a tutto tondo sul concetto di arte e di come essa si possa esprimere nel mondo fantastico dei cartoni animati.
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