mercoledì 12 dicembre 2012

ExAmleto: Uno, nessuno, centomila personaggi in un solo attore

Dal 27 novembre 2012 al 6 dicembre 2012 è andato in scena al Teatro Franco Parenti di Milano ExAmleto, spettacolo del 2001 scritto, diretto e recitato da Roberto Herlitzka e prodotto da Teatro Segreto s.r.l. Come dice il titolo stesso, si tratta di una riscrittura del celeberrimo Amleto di William Shakespeare in cui Herlitzka, uno dei più importanti attori del nostro teatro, impersona tutti i personaggi, attraverso pochissimi artifici ed oggetti di scena.





Proprio grazie a questo spettacolo, ho capito che non amo particolarmente i monologhi, ma ciò non toglie che è uno spettacolo bellissimo.


No, non sono sotto i fumi di qualche manicaretto (light). Sono assolutamente conscia e consapevole di ciò che scrivo. Affermare che una cosa piace o meno afferisce ai giudizi di gusto (a me piace la pizza margherita, a te la pizza quattro stagioni). Il concetto di bello, invece, esula dal gusto personale, si basa su criteri ben definiti e delineati e condivisi e condivisibili da tutti (pensiamo alle statue greche, emblema della Bellezza, perché costruite secondo proporzioni matematiche e criteri artistici inderogabili).

 Herlitzka, nella sua riscrittura, fonde il teatro più sperimentale, con quello che per noi è il massimo della classicità, i testi di Shakespeare, appunto. Il tutto su un palco minuscolo, senza quinta né tenda, arredato con una tenda, una vecchia e gracile sedia bianca, un teschio (altrimenti che Amleto sarebbe?), un fioretto e poco altro. E, magia del teatro, indescrivibile, inafferrabile ed effimera, ecco che un uomo anziano (nasce a Torino nel 1937), alto e dinoccolato, impersona in un ritmo incalzante il giovane ed aitante Amleto, la madre, lo zio, le sentinelle, il becchino… Eppure, non si sente la mancanza di altri attori, Herlitzka tiene banco, regge la scena.
 

Sicuramente, inizialmente, si resta molto spiazzati da questi continui cambi di toni di voce, da frasi che bene o male conosciamo tutti, dette tutte e sempre dalla stessa persona. Non siamo abituati a vedere una messa in scena di un testo che ormai è quasi diventato atavico così diversa dal solito. Sarebbe diverso se fosse solo una lettura, in quel caso sarebbe più facile accettare sentire tutte le voci da un unico attore. Invece è proprio una recita. Probabilmente ci vuole un pò di più per farsi catturare dalla finzione e abbandonare il legame con la realtà, basta però poco per entrare nel gioco e restarne rapiti.



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