Le feste di Natale coincidono normalmente con pranzi e cene degne di
banchetti nuziali regali e barocchi, strabordanti di cibo e di ogni ben di Dio
presente sulla faccia della terra! (dei postumi ne parliamo la prossima volta…).
Un aggettivo che spesso viene usato per indicare questi pasti è “luculliano”,
ma che cosa vuole dire veramente?
“Luculliano” si riferisce, in realtà, ad una persona. Vi chiederete
allora sto Luculliano chi caspita è! Innanzitutto non si chiamava Luculliano,
ma Lucio Licino Lucullo, valoroso generale, condottiero e uomo politico romano
che visse dal 106 al 57 a. C.. È uno di quei romani tipici, il romano
per antonomasia. E, per uno strano scherzo del destino, non viene ricordato
tanto per le sue valorose gesta da libro di storia, ma per la sua vita privata.
Lucullo, infatti, era noto per la sua grande passione per il cibo. Celeberrimi
sono i suoi banchetti sontuosi e festosi, anche in caso di ospiti inaspettati
(ed ecco perché si parla di cene o pranzi luculliani, cioè, degne di Lucullo) o
solitarie (quelle che per noi sarebbero pizza+birra+divano+film spazzatura, per
lui erano sempre eventi di primaria importanza: “Lucullo cena con Lucullo”, per
ricordare ai suoi servi di tirare fuori il servizio buono a prescindere).
Lucullo, però, era amante del cibo anche dal punto di vista più
agroalimentare, a lui, infatti, è dovuta l’importazione in Italia
dell’albicocca e del ciliegio, così come lo sviluppo dell’itticoltura, in
particolare di molte specie pregiate.
Chissà, magari queste due stupidaggini non vi serviranno mai oppure
saranno la risposta vincente per la domanda da un millione di dollari al quale
state partecipando (in quel caso la percentuale è d’uopo). In ogni caso usiamo
la nostra meravigliosa lingua al meglio!
Buon Natale e buone mangiate in compagnia ed allegria!
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