lunedì 3 dicembre 2012

Stephenie Meyer Tetralogy: un cinematografico sguardo d'insieme

"Quando puoi vivere per sempre, per cosa vivi per davvero?".

Nel 2008, nella sale usciva una pellicola tratta dai cosiddetti Paranormal Romance di Stephenie Meyer dal titolo Twilight, un film di "nuova concezione" facente parte di una categoria innovativa e suggestiva che raccolse una grande quantità di pubblico. Oggi, 4 anni dopo, è possibile effettuare un'analisi approfondita su un'intera saga (il 14 Novembre scorso usciva Breaking Dawn parte 2, l'ultimo episodio) che in una comparazione tra testo e immagine, tra libro e film, ne esce certamente ridimensionata.



Le storie paranormal romance sono ambientate nel mondo reale e, generalmente, nella nostra epoca. Si caratterizzano per la presenza di elementi e creature paranormali ed esoteriche, come vampiri, angeli, diavoli, licantropi, mutaforma, streghe, fantasmi. Questo sottogenere dello stile Fantasy ha come obbiettivo di focalizzare l'attenzione su una storia d'amore, i tratti seppur convenzionali di questa relazione vengono però  miscelati al sotto mondo delle creature "nere": di solito è una'amore tra esseri diversi (Vampiro-Uomo, Licantropo-Vampiro ecc..) che trova impedimenti legati alle reciproche appartenenze non soltanto in senso sociale ma di genere.

Queste difficoltà, che vengono traslate dagli spettatori nel mondo di oggi, solo apparentemente unito ma più che mai diviso da ogni genere di umana fobia sono uno dei principali segreti di questo stupefacente catarsi, di questo incredibile fenomeno di massa. Ma il punto è...il prodotto cinematografico è realmente di qualità, offre realmente una credibile, quanto approfondita, visione di un'amore impossibile?

La risposta non deve tener conto del successo ma dei motivi di quest'ultimo: innanzitutto la saga di Twilight non è che una contemporanea visione di un amore improbabile come cene sono stati moltissimi nella storia del cinema, la banalizzazione del tema è evidente ma sono i modelli contemporanei a renderla fruibile al pubblico. Un Vampiro centenario e una ragazza comune, in linea con gli stereotipi di oggi, è il motivo di questa massiccia identificazione.
Ma nel complesso che prodotto è risultato? Tutti gli episodi nella loro riconversione a immagini non riescono a decollare mai, gli attori ripresi nelle scene più struggenti con dei lunghissimi Slow-Motion (dispositivo montato sulla macchina da presa per accelerare sensibilmente il movimento della pellicola, il movimento è così riprodotto aduna velocità inferiore a quella reale) in definitiva risultano statici e impersonali. L'ultimo episodio per quanto in linea con la sufficienza interpretativa di tutta la serie risulta più dinamico ma solo per la risoluzione del dilemma esistenziale dei due innamorati. La trasformazione di Bella in Vampiro proietta la storia su orizzonti leggermente più vasti e suggestivi riuscendo a fornire qualcosa di nuovo agli spettatori.

La staticità dei film precedenti (soprattutto il secondo capitolo New Moon) e la leggerezza dei personaggi e delle ambientazioni finiscono in definitiva per trasformare la serie in una contemporanea e noiosa soap opera: la sua espressione cinematografica è per ragazzi in cerca di un particolare (quanto utopico) amore nel mondo di oggi.
In conclusione è interessante notare come la versione per il cinema comparata con i testi di Stephenie Meyer (che non analiziamo in  questa sede) risulta senza dubbio alterata e amorfa; la struttura di base è stata infatti adattata al gusto contemporaneo (non certo comparabile, ad esempio, ad un capolavoro universale come Via col vento) fatta solo di "immagine" e apparenza che, purtroppo, non aggiunge nulla alle grandi rappresentazioni amorose, ai gradi "affreschi storici" del passato.

 


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