Ecco il segreto di
Franca Rame, il suo era certamente un angelo custode molto impegnato e che
doveva percorrere percorsi transoceanici. Ma a sentir lei questo apparente
distacco l’ha resa più forte: forse perché così poco protetta, da un entità muta
e apparentemente assente, ha inevitabilmente sviluppato quelle doti artistiche
e umane che noi tutti abbiamo imparato a apprezzare.
Questo il contenuto
dell’ultimo scritto di una grande attrice teatrale, drammaturga e politica
italiana che alle 4 di mattina, senza svegliare il suo amato Dario scriveva: “Nel
letto, mentre il sonno non arriva, osservo un angiolino appeso che brilla ad
ogni passar di macchina. L’angiolino me
l’ha donato la mia mamma: l’aveva fatto lei. Alto un 20 cm. un faccino di panno
lenci, con l’abito di pizzo bianco foderato di rosa e le ali in tulle,
tempestate di piccole stelle. Un capolavoro. “Questo
è il tuo angelo custode… è lui che ti protegge e consiglia. Dagli sempre
retta!”. Il ritratto dunque di una donna attaccata alle sue radici, umile, semplice ma decisa sin da bambina quando, di nascosto, sputava alcune caramelle disgustose regalategli dalla zia Ida: “Chissà che pensava l’angelo delle mie caramelle? Sono passati molti anni, una vita quasi, e qualche mese fa, frugando in un armadio che ti vedo? Le caramelle! Erano lì, tutte avvolte come le avevo lasciate! Ne assaggio una... Chissà che con il tempo si siano migliorate...Dio! sono peggio ancora! E l’ho sputata. All’istante mi è apparso l’angelo. Una faccia splendida alonata di luce che mi diceva: “E perché la sputi! Perché la sputi!” ed è scomparso. Ho gridato: “Era ora! Stai con me da una vita… Mai un sospiro… un gemito, un pernacchio e adesso mi vieni a rompere perché sputo una caramella? La sputo perché fa schifo. Mangiatele tu!”
L’angelo, la sua vita e la sua coscienza di donna si sono incontrate così in un armadio contenente vecchie caramelle scartate e il rapporto con un mondo che l’ha vista protagonista nello spettacolo e nella politica (essendo stata una precisa rappresentante di una certa idea di bene comune e società) è metaforicamente rappresentato da questo angelo che in definitiva sembra anche prendersi gioco di lei; lo descrive con sorprendente ironia e un pizzico di sarcasmo: “Non finisco di parlare che la caramella m’è arrivata sopra una scarpa come se qualcuno me l’avesse sputata addosso. “Visto che fanno schifo? Ma sai angelo che sei un maleducato? Non si sputano le caramelle, anche se di cacca!” E l’angelo s’è messo a ridere. “Si ridi, ridi, ma non mi hai spiegato ancora perchè in tutto questo tempo… sono cresciuta, invecchiata e non ti sei fatto mai vedere!” “Hai ragione, ma purtroppo mi è successo di dovermi occupare del progetto per l’arrivo di un bambino speciale ma che rischiava, grazie al colore della sua pelle di restare senza angelo.” “Un bambino senza angelo?” “ Sì, un disguido burocratico”. “Ma dico, in tutti questi anni non hai mai avuto un attimo per venirmi a salutare?” “Te l’ho detto che mi trovavo dall’altra parte dell’oceano! E anche per noi, attraversarlo, non è una passeggiata. Ad ogni modo mi scuso. Ti prometto che d’ora in poi, appena posso ti vengo a dare un bacino. Ma abbi pazienza. Mi è così difficile seguire quel bimbo che naturalmente, oggi, ormai è diventato grande! Ma ha un sacco da fare! Non sta mai fermo un attimo!” “E che mestiere fa?” “Il presidente degli Stati Uniti”.
Nessun commento:
Posta un commento