domenica 7 luglio 2013

The Lone Ranger, un simpatico trasformismo di genere

Lo avevamo lasciato Pirata anarchico e spregiudicato ma evidentemente ci eravamo sbagliati: ora è un indiano imprevedibile e introverso di nome Tonto.

Questo il personaggio che segna il ritorno di Johnny Depp e del regista Gore Verbinski (la prima trilogia de I Pirati dei Caraibi) nel film The Lone Ranger.


Il film è tratto da un famoso programma radiofonico (Radio WXYZ) nato nel 1933 intitolato Il Cavaliere solitario. Dopo un ventennio di programmazione la popolarità del programma fu tale che portò anche ad una serie trasmessa dall’ ABC dal 1949 al 1957.
Ora, quasi 60 anni dopo, il produttore Jerry Bruckheimer riporta in vita questa simpatica e affascinante storia Western: “Sapevamo che era il momento di far rinascere The Lone Ranger e il genere western, proprio come Gore (Verbinski) e io sapevamo che era arrivato il momento di resuscitare i film sui Pirati quando abbiamo sviluppato per la prima volta I Pirati dei Caraibi per il grande schermo dieci anni fa. C’è un motivo per cui il pubblico ha apprezzato questi personaggi e questi generi per decenni e noi sapevamo che se li avessimo reintrodotti in modo fresco ed entusiasmante, si sarebbe innamorato di loro ancora una volta”.

Questa è la storia di come Jonh Reid diventa Lone Ranger e dell’inizio di un’amicizia col fidato indiano Tonto. Johnny Depp costruisce questo personaggio, dalle origini molto diverse da quelle del condottiero, in modo significativo ed originale facendo risaltare allo stesso tempo una certa indipendenza dal Ranger e una sorta di legame irrequieto con il Cavaliere Solitario che di certo appassionerà il pubblico.


Questo personaggio è l’ennesima dimostrazione delle innate capacità di Depp, inclusa una mimica recitativa forse unica al mondo, un attore completo e maturo che ormai diletta il pubblico con i ruoli più diversi e intriganti. Maestro del travestimento e un fantastico caratterista, adatta il personaggio di Tonto quasi come appartenesse al genere muto e basando il suo aspetto su un’iconografia derivante da un quadro che raffigurava un nativo americano, seppur rielaborato alla Depp-maniera. Su questo aspetto Bruckheimer ha aggiunto: “Johnny Depp crea personaggi stupefacenti, non importa in quale film compaia. Il suo Tonto sarà diverso da qualsiasi Tonto si sia visto prima d’ora. Ha un aspetto completamente diverso. Persino noi non sappiamo cosa farà fino a quando non accendiamo le telecamere, ma sappiamo che sarà divertente e molto interessante”.

Ed è questo un altro aspetto importante del film: il divertimento e lo humour. L’atmosfera un po’surreale che si crea nel film è data anche dall’ottima interpretazione di Armie Hammer che ha saputo costruire il personaggio del Ranger delineandolo con impegno e trasformandolo nel compagno ideale e nella spalla dell’imprevedibile Tonto.
Il regista Verbinski su questo attore ha affermato: “Quando incontri Armie, capisci subito che nel suo corpo non c’è un osso cinico o smaliziato. Ha una sorta di grande, cieco ottimismo nel modo in cui osserva il mondo. Avevamo proprio bisogno di qualcuno che fosse credibile nella sua difesa d’idee di altri tempi”.
Un film insomma dove le sinergie degli attori principali sembrano aver fatto la differenza ridando ad un genere che sembrava ormai “superato” una nuova linfa vitale. Distribuito dalla Walt Disney e scritto da Justin Haythe, Ted Elliot e Tery Rossio, The Lone Ranger ha tutte le caratteristiche per essere l’evento cinematografico dell’anno.


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