martedì 3 settembre 2013

Siria - La guerra si avvicina

Dopo due settimane di chiusura estiva riapre finalmente la Tana, che non poteva far mancare il suo commento su quanto sta succedendo negli ultimi giorni intorno alla Siria. 
A due anni dall'inizio della rivolta e migliaia di morti degni di un genocidio l'Occidente sembra intenzionato finalmente a fare i conti con Assad. Fin qui tutto bene se la scelta non proprio azzeccata dei tempi potrebbe trasformare questa nuova avventura in un incubo peggiore di quello iracheno o afghano.

L'interventismo della nuova strana coppia - prima c'erano Bush jr. e Tony Blair con l'ampolla di Colin Powell, oggi abbiamo Obama e Hollande con testimonianze presunte o tali circa l'utilizzo di armi chimiche contro i civili - arriva infatti in uno dei periodi più incerti di tutto il Medio Oriente senza che i suddetti leader illuminati abbiano una soluzione adatta al problema ("Ok, ragazzi gettiamo al vento qualche miliardo di dollari per i raid contro Assad. E poi?"). 
Dopo il colpo di stato che ha marginalizzato nuovamente l'Egitto e le proteste di Gezi Park che hanno umiliato una Turchia ormai più alla ricerca dell'impero perduto che di Europa nella regione non esiste praticamente un soggetto a maggioranza musulmana esente dal rischio implosione. Essendo venute a mancare le principali entità in grado di convogliare le istanze del mondo arabo in un modello di giustizia e sviluppo la diffusa retorica integralista pare dunque destinata ad avere vita più facile. 
Il caso della Siria a questo proposito è ancora più esemplare, poiché la debolezza dell'opposizione laica sta lasciando fin troppo spazio ad una miriade di gruppi jihadisti che nel migliore dei casi potrebbe tenere sotto scacco il governo come succede in Libia. A differenza di quest'ultima la Siria però soffre anche di profondissime divisioni religiose che potrebbero incendiare un vicinato (Turchia compresa) a cui basta la minima scintilla per esplodere. Come se non bastasse in tutto questo c'è poi la rivalità tra Israele e Iran che potrebbero cedere all'irresistibile tentazione di sfruttare questo vuoto colossale per sfidarsi con altri mezzi aumentando l'escalation a livelli imprevedibili. 
Nonostante la marcia indietro del Regno Unito e lo smarcamento di molti altri paesi come il nostro in assenza di un chiaro mandato Onu, il Congresso americano ha da poco dato il via libera ai bombardamenti. Il caos attende paziente dietro l'angolo...

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