martedì 15 ottobre 2013

Italia - Il governo e la legge di stabilità delle meraviglie

Nessun taglio e nessun aumento della pressione fiscale, anzi. La legge di stabilità annunciata oggi dal governo Letta smentisce le voci che si rincorrevano su eventuali tagli ai servizi e controbatte promettendo un ricco bottino per tutti: enti pubblici, lavoratori, imprese. Quali sono dunque i miracoli che ci vogliono dispensare le larghe intese?




Per quanto riguarda il mondo del lavoro sono previsti i lungamente invocati sgravi sul Cuneo fiscale (tasse per intenderci) pari a dieci miliardi di euro da spartire tra imprese e lavoratori. Spazio anche per gli immancabili incentivi a chiunque decida a far passare i propri dipendenti dai contratti a tempo determinato a quelli a tempo indeterminato. 
Nell'ambito della spesa pubblica sono previsti tagli al bilancio che se non andranno a toccare la sanità come si temeva fino a poche ore fa vedranno sul tavolo sacrificale le Regioni (e l'abolizione delle provincie è nuovamente rimandata sine die), le dismissioni immobiliari oppure misure minori come la riduzione ad un giorno per gli appuntamenti elettorali. Nonostante le dichiarazioni circa una diminuzione della pressione fiscale di un punto percentuale (dal 44,3% al 43,3 %) rimane tuttavia l'incognita di nuove tasse tra cui la neonata Trise - la quale fonderà in un sol boccone Imu e Tares - che serviranno a coprire parte delle risorse necessarie alla finanziaria. Ai Comuni verrà comunque alleggerito il carico di un miliardo circa per il patto di stabilità allo scopo di favorire gli investimenti a livello locale. 
C'è tanta carne al fuoco insomma per questa nuova finanziaria che adesso dovrà vedersela con un'iter parlamentare e i fuochi incrociati degli interessi di parte che rischiano come sempre di far partorire alla montagna un ben più misero topolino. Il Pdl ad esempio già minaccia di dare battaglia sulla Trise, che in molti vedono come un'Imu mascherata. Inoltre gli effetti della manovra non saranno percepiti prima di tre anni, intervallo che per molti (si calcola che in Italia chiudono più di cinquanta imprese al giorno) potrebbe rivelarsi fin troppo lungo da sopportare. 

P.S.
Lo stesso giorno della manovra delle meraviglie la Camera ha approvato il condono che abbassa dal 25% al 20% l'aliquota che i concessionari delle slot machines avrebbero dovuto pagare per risolvere il contenzioso con la Corte dei conti che li accusava di non aver collegato le loro macchine al sistema informatico Sogei, dipendente dal ministero del Tesoro. Il governo si difende assicurando che così saranno più garantiti i pagamenti, ma la tempistica dello sconto con la legge di stabilità suona quantomeno imbarazzante.



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