martedì 1 ottobre 2013

Stati Uniti - Shutdown, quando lo Stato rimane all'asciutto

(AP)
"A causa dello shutdown del governo federale tutti i parchi nazionali sono chiusi e le pagine web del Parco Nazionale di Yellowstone non sono operative". 
Così recita la prima pagina del sito del Parco divenuto celebre per aver ispirato le avventure dell'Orso Yoghi e Bubu. Dopo le estenuanti trattative tra repubblicani e democratici sui finanziamenti al governo federale il presidente Barack Obama infatti si trova costretto ad incassare un fallimento che ha portato immediatamente alla chiusura di parchi, musei e uffici e lascerà senza stipendio e con un futuro incerto quasi un milione di impiegati pubblici. 
E al presidente che se la prende con i suoi avversari in televisione ormai non resta che leccarsi le ferite in attesa di una rivincita.



La rivincita nel frattempo se la sono presa i repubblicani che mesi dopo la battaglia per il fiscal cliff hanno messo il governo all'angolo approvando alla Camera un bilancio dell'anno fiscale 2014 vincolato al rinvio di alcune misure previste dal programma sanitario conosciuto come Obamacare, come ad esempio l'obbligo per le compagnie assicurative di proporre una polizza sanitaria (le cosiddette exchange) a basso costo che garantisca i servizi considerati essenziali. 
Per questo al passaggio del voto in Senato i democratici hanno prima tentato di mediare con i loro avversari, ma non ottenendo grandi risultati hanno deciso di respingere la proposta che andava a sacrificare uno dei maggiori cavalli di battaglia del presidente. Nello stesso momento però il tempo per evitare il peggio, ossia la chiusura dei rubinetti della macchina statale per la mancata approvazione del bilancio nei termini previsti, era ormai scaduto. Una cosa del genere nnon succedeva dal lontano 1996 e i danni si calcola già che saranno stratosferici. 
Dalla mezzanotte del primo ottobre monumenti come la National Gallery of Art, il Campidoglio e la Statua della Libertà o parchi naturali come Yellowstone e Yosemite in questi giorni dovranno serrare le porte non avendo più i soldi per gestire la loro amministrazione. A rischio è anche il corretto funzionamento della burocrazia - almeno quella considerata "non essenziale", da cui è stato graziato ovviamente l'apparato militare con apposito provvedimento e discorso di Obama volto a rassicurare direttamente i soldati, specialmente quelli in missione all'estero.
La guerra tra democratici e repubblicani per la riforma sanitaria segna così un primo pesante bilancio in termini di stabilità e credibilità per un Paese che aveva da poco ricominciato a vantare incoraggianti segnali di ripresa. E visti gli attuali equilibri al Congresso (Camera ai repubblicani e Senato ai democratici) i prossimi mesi promettono di essere ancora più incandescenti.


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