martedì 5 novembre 2013

Sole a Catinelle

Checco Zalone gioca alla vita è bella. Arriva Sole a Catinelle.

L’Italia della crisi, il paese che sta dimenticando in fretta la spensieratezza del finto benessere anni novanta e duemila e le rispettive rappresentazioni cine-panettoniane è oggi quella di Checco Zalone. Sole a Catinelle, uscito il 31 ottobre.
Terza pellicola del comico pugliese dopo Cado dalle nubi e Che bella giornata, Sole a Catinelle è la storia dei padri di oggi e di come si possa trasformare una situazione difficile come la crisi in una sorta di pretesto per ilarità e stravaganza. Papà Zalone (ha dedicato il brano musicale conclusivo a sua figlia Gaia di otto mesi) si ritroverà costretto a superare ogni tipo si difficoltà economica per far vivere a suo figlio, che ha preso tutti dieci a scuola, una vacanza indimenticabile.

Checco Zalone, none d’arte di Luca Medici, ha subito un sostanziale mutamento, specie con l'uscita del suo primo lungometraggio perdendo le marcate origini pugliesi e acquisendo un accento e uno stile nettamente più italiano, questo fattore ha determinato una maggiore comprensione a livello nazionale che gli è valso un grande successo. Ma chi è Zalone nell’immaginario italiano di oggi? E’ il precario, è il figlio cresciuto fino a quarant’anni con mamma e papà,  è il figlio della flessibilità e della crisi stessa. Zalone con la sua semplicità è il frutto del ventennio berlusconiano che lo hanno trasformato in una sorta di inguaribile ottimista, bloccato tra il tiramo a campà e “La vita è bella”.

Un pioniere di una nuova generazione di comici che di fatto è pronta a raccontare un'Italia diversa rispetto ai suoi predecessori cine-panettoniani. Il benessere espresso nei suoi film non è più quello legato al denaro ma all’arte di arrangiarsi e di adattarsi a ogni sorta di situazione arrivando a sforzarsi nella ricerca della felicità.
La vacanza del figlio sarà quindi l’occasione per Zalone di prendere in giro l’Italia precedente e che non c’è più. Il bambino del film non è altro che il nostro sguardo ingenuo che ci ha offuscato in tutti questi anni di non crescita. Con una gran quantità di risate questo comico dei nostri tempi riuscirà (il titolo in questo senso sembra preannunciarlo) a riempire quei vuoti e quel desiderio di spensieratezza non frutto della ricchezza ma dell’accettazione di una condizione transitoria. Sole a Catinelle non fa che aumentare quell’immedesimazione del grande pubblico che, in un certo senso, finisce letteralmente per sentirsi Checco Zalone e che aspira a quella leggerezza e a quella irriverente sagacia. Non più quindi furbizia e cialtroneria ma innata capacità di adattamento.





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