martedì 5 novembre 2013

Palestina - Dall'oppressione della Sharia alla ragazza portavoce. Hamas si tinge di rosa

Ha ventitré anni, ha studiato in Inghilterra, fa la giornalista e la scrittrice e di recente ha iniziato anche ad imparare l'ebraico. Da questi elementi si capisce subito come Israa al-Mudallal sia una giovane davvero brillante e soprattutto cosmopolita. In realtà ciò che la contraddistingue di più rispetto alle sue tante qualità è il fatto che sia stata scelta dal movimento islamista (e per alcuni governi anche terrorista) di Hamas come sua nuova portavoce. E la cosa sorprende molto perché l'organizzazione in tema di diritti sulle donne non ha goduto finora di un'ottima reputazione.


Come molti sanno Hamas governa attualmente la striscia di Gaza, un territorio abbastanza ristretto tra Egitto ed Israele che ha conquistato dopo la vittoria alle elezioni nel gennaio 2006. In realtà il movimento aveva dominato anche in Cisgiordania, dove però le rivalità con il partito Fatah figlio del defunto Arafat aveva portato ad una vera e propria guerra fratricida che divise de facto l'Autorità palestinese nei rispettivi territori d'influenza (Gaza ad Hamas e la Cisgiordania a Fatah).
Da allora Hamas ha organizzato la società palestinese a Gaza secondo le leggi della Sharia, dove la posizione delle donne è posta su un piano subalterno. I segnali in questo senso, complice anche una situazione umanitaria al limite dell'insopportabile, non sono mancati: dalle voci di donne usate dai guerriglieri come scudo umano alle scuole separate per genere, dalle restrizioni che interessano ogni genere di costume alle violenze diffuse e spesso lasciate impunite. 
Qualche mese fa un episodio particolarmente eclatante aveva fatto discutere sulla posizione discutibile di Hamas. Ad aprile si sarebbe dovuta tenere infatti a Gaza la terza maratona internazionale organizzata dalle Nazioni Unite, una festa di pace e fratellanza di cui Hamas avrebbe potuto sicuramente beneficiare anche per rifarsi un'immagine più positiva agli occhi del mondo. Invece i suoi esponenti hanno pensato bene di fare tutto il contrario, vietando alle donne di partecipare perché secondo loro "Uomini e donne non possono correre insieme". E l'ONU di tutta risposta ha deciso di annullare la manifestazione con grande rammarico degli stessi abitanti della striscia. 
Adesso Hamas, forse mosso a più miti consigli dopo la caduta del suo alleato di ferro Morsi e l'odio crescente verso i Fratelli Musulmani nell'area che viene aizzato soprattutto dai rivali sauditi, tenta di recuperare terreno nominando una ragazza come sua portavoce ufficiale. Bisogna comunque aggiungere che la diretta interessata ha tenuto a precisare la sua non affiliazione con il movimento. "Io sono per la Palestina e parlerò in suo nome" ha detto al riguardo Israa, la quale non ha escluso neppure la disponibilità di lavorare per Fatah se questi si fossero mossi prima di Hamas in tal senso. Insomma per Hamas gli sforzi per guadagnare la fiducia delle donne chiedono ben altro. 

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