In un editoriale non firmato il giornale statunitense chiede al presidente di studiare una soluzione che consenta a Snowden di tornare dal suo esilio in Russia negli Stati Uniti senza gravi conseguenze legali. Tra le accuse di violazione dell'Espionage Act sulla diffusione di informazioni governative riservate e furto di documenti, il giovane rischierebbe una condanna che oscilla tra vent'anni di carcere e l'ergastolo.
Alla base della posizione del Nyt c'è il servizio che Snowden avrebbe reso alla nazione. Grazie alle sue rivelazioni nel paese si sarebbe aperto un importante dibattito nel rapporto tra privacy e sicurezza col risultato di costringere l'amministrazione Obama a prendere in seria discussione una riforma dell'NSA. Per questo Snowden "merita di meglio di una vita di esilio permanente, fuga e paura", riducendo magari una pena per consentirgli di "dedicare il resto della sua vita all'attivismo per la privacy e per una maggiore supervisione delle attività d'intelligence".
Per il momento Obama chiuso tra il fuoco di un'opinione pubblica tendenzialmente favorevole ad una riforma dell'NSA e l'onnipotente apparato di sicurezza si limita ad invitare Snowden ad assumersi le proprie responsabilità affrontando il processo in patria. Una qualche soluzione alla questione la potrebbe offrire la Corte Suprema mettendo ordine alla contraddizione di alcune recenti sentenze circa la legalità o meno delle intercettazioni dell'agenzia: per la Corte Federale di Washington D.C. esse sarebbero incostituzionali, mentre quella di New York le giudica legittime.
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