domenica 23 febbraio 2014

12 anni schiavo: il capolavoro di Steven Rodney McQueen, Chiwetel Ejiofor e Michael Fassbender

Solomon si aggrappa alla convinzione che la schiavitù sia qualcosa di talmente immorale che è impossibile che duri per sempre” Chiwetel Ejiofor.

12 anni schiavo è la storia di Solomon Northup. Da 20 febbraio al cinema.

Negli anni precedenti la guerra civile americana, Solomon Northup (Chiwetel Ejiofor), un nero nato libero che vive con la sua famiglia nel nord di New York, viene rapito e venduto come schiavo. Cercando ogni giorno di sopravvivere ad atroci barbarie resisterà, vivendo dodici terribili anni di prigionia. Ma un giorno, nel gennaio 1853, un incontro inatteso cambierà tutta la sua vita, la speranza di poter tornare a casa non sarà più soltanto un sogno…


La pellicola, diretta da Steven Rodney McQueen e candidata a nove premi Oscar, alterna il dramma dell’improvvisa perdita della libertà a momenti di estrema intensità. Queste fasi del film, avvicendano gentilezza e violenza, speranza e disperazione, cattiveria e inumano egoismo, raccontando le barbarie di un mondo realmente esistito. Tratto dalla vera storia di Solomon Northup il film è una testimonianza preziosa, emozionante e commovente.

Tutto questo grazie ad un sodalizio artistico molto importante: Steven Rodney McQueen, un regista molto preparato, e Michael Fassbender, uno dei più interessanti attori emergenti, con cui il regista aveva già lavorato in Hunger nel 2008 e Shame nel 2011. Il tutto con l’aggiunta di una grande interpretazione di Chiwetel Ejiofor (per la prima volta sul grande schermo nel 1997 con Amistad di Steven Spielberg) e la partecipazione di Brad Pitt.

Sul progetto di 12 anni schiavo interessanti sono state le dichiarazioni del protagonista: “Il libro è stato il mio punto di riferimento, ma andare in Louisiana a visitare le piantagioni dove tutto è stato conservato com’era allora, dalla casa dei padroni alle baracche degli schiavi, e dove si sono svolti gli eventi narrati nel libro, è stato illuminante; ho raccolto storie, testimonianze, ed è stato come vedere riaffiorare fantasmi di un passato lontano”.

Ed è proprio grazie all’autobiografia di Solomon Northup che i posteri hanno potuto conoscere quelle inumane violenze. Il film mostra con molto realismo tutto questo orrore risultando totalmente convincente.


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