giovedì 15 marzo 2012

La seconda primavera yemenita


E' passato più di un anno dall'inizio della primavera araba e tutti conoscono gli stravolgimenti (dall'esito gravido d'incognite) avvenuti nel Nord Africa, mentre in Medio Oriente la situazione è ancora in fermento con la lunga guerra civile in Siria a dominare la scena. Esiste poi una serie di cosiddetti episodi minori caduti nel dimenticatoio per la pronta reazione del governo (Bahrein, Giordania, Arabia Saudita) o semplicemente perché l'attenzione dei media era monopolizzata altrove. Così è successo quando la guerra in Libia aveva quasi oscurato la rivoluzione siriana, che adesso riempie le prime pagine delle cronache internazionali.
Si è parlato sempre poco invece della rivoluzione in Yemen e questo nonostante essa comporti degli sviluppi non indifferenti nell'area. Prima triste menzione la meritano le migliaia di persone rimaste uccise o ferite durante le rivolte, che hanno raggiunto il loro culmine nella drammatica battaglia di Sana'a tra lo sceicco al-Ahmar e il Presidente Saleh. Dopo che quest'ultimo ha riparato in Arabia Saudita per le ferite riportate negli scontri, il paese ha potuto finalmente avviare una difficile transizione politica che pare essersi conclusa con le prime elezioni presidenziali del dopo-Saleh a fine febbraio. Anche se definirle consultazioni sarebbe quantomeno inopportuno visto che avevano come unico candidato l'ex-vice Presidente al-Hadi.
Il mandato del nuovo Presidente dovrebbe durare i due anni necessari a redigere una nuova Costituzione e ad organizzare le future elezioni multi-partitiche. Sempre che durante questo periodo una delle tante micce accese non esplodano che si sono accese nel paese non finiscano per esplodere. Una di esse è il rafforzamento delle milizie di Al-Qaeda nelle regioni meridionali, dove hanno lanciato delle ripetute offensive che sono costate la vita a centinaia di soldati dell'Esercito e a funzionari come il capo della polizia di Aden. A peggiorare le cose è il fatto che la presenza islamista sta praticamente dividendo lo Yemen in modo simile a prima della riunificazione del 1990 (quando il nord-ovest era filo-occidentale e il sud-est filo-sovietico), minacciando quindi la sua stessa integrità territoriale e complicando ulteriormente la vita alle quasi 7 milioni di persone che secondo l'Onu stanno vivendo una gravissima crisi umanitaria. In un contesto del genere altri due anni di incertezza generale suonano dannatamente lunghi...

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