sabato 2 giugno 2012

Ho una banca da mantenere...


Tragico ricatto quello del danaro, non c'è quasi idea che regga alla sua smisurata, delirante potenza. Mentre il nuovo corso europeo (quello per la crescita, s'intende) è ancora in via di costruzione, il vecchio (quello per il rigore) preme ancora sugli stati che tra mille problemi sono chiamati a sottoscriverne l'eredità.
Per fare un esempio in Irlanda si è votato da poco il referendum previsto sul Fiscal Compact e nonostante l'appuntamento non fosse vincolante per la sua approvazione (serve appena la metà dei 25 firmatari), la cattiva reputazione di Dublino come guastafeste antieuropeista suscitava qualche preoccupazione. I rigoristi possono comunque stare tranquilli, perché i risultati registrano una vittoria del sì intorno al 60%: pericolo scampato. 
Non che l'Irlanda avesse molta scelta, altrimenti le navi europee cariche di oro destinato al salvataggio delle sue banche avrebbero sicuramente girato al largo. Ma Berlino non può neppure accontentarsi di questo risultato per rialzare la testa dopo la perdita di Sarkozy, sempre che gli sviluppi futuri non rendano tutto quanto una vittoria di Pirro.
Con l'avvicinarsi delle nuove elezioni greche infatti emergono dei contendenti (Nuova Democrazia e la sinistra radicale di SYRIZA) che pur volendo proseguire il sogno europeo sono anche determinati a rinegoziare le misure d'austerity imposte finora ad Atene. E se questo fronte per la crescita dovesse un giorno venire a maturare, non si potrà dire al sicuro nemmeno il Fiscal Compact accolto or ora nell'Isola Smeralda. I prossimi mesi saranno molto interessanti...

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