Prometeo, grazie a Ridley Scott, è sulla cresta
dell’onda proprio in questi giorni. Ma la figura
mitica e mitologica da dove ha origine?
Dal punto di vista teatrale, il Prometeo che
possiamo definire originale è quello della tragedia di Eschilo, il Prometeo incatenato, unica superstite di
una trilogia comprendente anche il Prometeo
liberato e il Prometeo portatore di
fuoco.
È una tragedia difficile sia perché
atipica, sia per le tematiche trattate, che per l’incerta datazione e per la
mancanza delle altre due tragedie della trilogia, ma di questo ci sarà
occasione di parlare. Adesso voglio raccontarvi
dei misteri legati a questo testo, il primo dei quali è
la mancanza delle altre due tragedie che componevano la trilogia originale.
Incerto è anche l’ordine di rappresentazione delle
tre tragedie. Se il soggetto nel nostro Incatenato
è la punizione per Prometeo, ladro di fuoco, possiamo verosimilmente immaginare
che il Liberato fosse il seguito. In
questa tragedia, infatti, doveva sopraggiungere Eracle, che libera Prometeo
come anticipato nella profezia che fa ad Io nell’episodio precedente. I Greci
amavano i continui rimandi a tragedie precedenti e future e il ruolo profetico
legato a Prometeo di certo aiuta in questo. I nostri telefilm, prequel, sequel, spin off etc. di certo non sono
invenzioni “nostre”! Il Portatore di
fuoco potrebbe essere o la prima o la terza tragedia, avrebbe potuto quindi
o raccontare il furto o l’istituzione delle feste ateniesi dedicate al Titano,
in cui l’unione tra mito e polis rappresenta
il rinnovato patto tra gli dei e gli uomini, invisi agli Dei perché
appropriatesi del fuoco, teknè divina.
Incerta è anche l’attribuzione ad Eschilo, a
maggior ragione che non conosciamo né la data, né le altre due tragedie della
trilogia. Uno degli argomenti che fa propendere per non attribuirla ad Eschilo,
è la rappresentazione anomala, per il tragediografo, di Zeus. Al contrario degli
altri testi, infatti, Zeus non è il garante della Giustizia, ma un tiranno, il
più lontano possibile da quest’ultima.
Va, però, sottolineato, che lo scontro tra divinità
vecchie e nuove, rappresentate appunto dal padre degli dei, non è un concetto
estraneo alla mentalità di Eschilo, così come non lo è lo scontro tra personaggi
orgogliosi e rigidi, quali quelli dell’Incatenato.
Ci si pone, quindi, il problema teologico della giustizia divina. Prometeo, per
Eschilo è il salvatore dell’umanità, l’iniziatore del progresso.
Quest’ultimo concetto, il ruolo e l’importanza del
progresso, è, tuttavia, legato al Sofismo, corrente di pensiero che si afferma
nella seconda parte del V secolo a.C. e, quindi, più moderno rispetto all’epoca
in cui visse Eschilo, facendo propendere per un’erronea attribuzione del Prometeo incatenato a questo
drammaturgo. Prometeo, in quest’ottica, sarebbe l’interprete di questa nuova
consapevolezza, dell’idea di progresso dell’umanità attraverso le tecniche e le
arti che consentono il dominio sulla natura, rifiutando l’idea della mitica età
dell’oro.
Si potrebbero trovare infinite “soluzioni” (o
presunte tali…) alla Voyager, ma
queste le lascio a voi, se volete. Piuttosto, ricordiamoci che anche su
argomenti che a prima vista sembrano triti e ritriti potrebbe esserci ancora
qualcosa da scoprire, con della seria ricerca…
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