lunedì 1 luglio 2013

Star Trek - Into Darkness, il futuro continua...

Non è semplicemente un nuovo inizio, non è una scontata e temuta rinascita...è Star Trek XII.
Il film di J.J.Abrams si rivela una piacevole sorpresa per i fan che, come me, se pur nostalgici delle vecchie serie e glorie di Star Trek, apprezzano il lavoro svolto per rilanciare il franchise.
Ma veniamo ad un'analisi più dettagliata...


Sequel, Reboot o cos'altro?

Nel 2009 un giovane e visionario regista J. J. Abrams fu incaricato dai vertici della Paramount di dar di nuovo vita ad una leggenda chiamata Star Trek. La sfida non era quella semplicemente di ripartire ma dopo quasi 50 di storia si necessitava una ristrutturazione che non distruggesse però la storia originale e tutte le avventure dei precedenti film. E qui l'idea: un alterazione della linea temporale che di fatto alterala storia a partire dalla nascita del Capitano Kirk. Una decisione che dunque lascia invariata la storia della Federazione (La fondazione nel 2161 e la missione del capitano Archer dell'Enterprise NX-01) e non cancella in realtà quello visto fin'ora offrendo la possibilità di resettare un futuro che appare, di nuovo, tutto da costruire. Oggi, nel 2013 sono già due i film ambientati in questa realtà alternativa: Star Trek - il futuro ha inizio e Into Darkness rispettivamente l'undicesimo e il dodicesimo della serie.

Ma cos'è Into Darkness? Non ci sono dubbi: è un sequel...ma dell'intera serie. La presenza ancora una volta del vecchio Spock (Leonard Nimoy) e gli eventi del primo film sono la causa-effetto degli avvenimenti di questo episodio. Dunque, per estensione, risultano successivi (ambientati cioè in un tempo alterato dall'avvento della Narada) e precedenti allo stesso tempo rispetto ai fatti dei primi 10 capitoli.
Siamo infatti nel 2259 ovvero prima della storica missione quinquennale del Capitano Jim Kirk. Il vecchio Spook scappò dal 2387, inseguito da Nero, da un momento nel tempo post TNG.

Il villain

Ma veniamo al vero protagonista di questo dodicesimo capitolo: Khan.

Dopo averlo incontrato nel 2268 dal giovane Capitano Kirk, risvegliandolo e condannandolo all'esilio su un lontano pianeta e averlo sconfitto definitivamente nel 2285, il personaggio ritorna in questa realtà alternativa nel 2259. Come mai un incontro così precoce tra i due? Dopo la distruzione di vulcano nell'undicesimo film la Federazione avviatasi ad un allargamento territoriale per una campagna di rafforzamento anche militare lo trova accidentalmente e decide di risvegliarlo per sfruttarne le grandi qualità fisiche e psicologiche. Sono dunque i fatti distorti del primo film a causare questa seconda anomalia nel tempo e questo incontro anticipato. Se letta in quest'ottica ecco aver tutto chiaro sulla natura progressiva degli episodi.

Una studiata strategia

L'esperimento insomma sembra riuscito ma certamente non mancano alcuni aspetti da migliorare. Il difetto più grande che si riscontra in Into Darkness è una sceneggiatura scarna rispetto alle potenzialità della storia. Questo aspetto sembra però essere "programmato" da Abrams: il fine? Una enfatizzazione progressiva della storia che dovrebbe culminare con un terzo episodio dai toni titanici e maestosi, in un crescendo sequenziale che ha avuto inizio nel primo capitolo. Pare ci sia insomma la volontà di non sfruttare a pieno tutte le potenzialità della nuova vita di Star Trek lasciandone la maggior parte per il terzo (e ultimo?) film della trilogia targata J.J.Abrams.









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