In molti si chiedono se questa sarà davvero la volta buona, anche se la tensione resta comunque alta. È passato poco più di un anno dall'inizio dei negoziati tra il governo colombiano e i guerriglieri delle Farc a Cuba per raggiungere un accordo di pace tra le due fazioni. Proprio ieri tuttavia nella città sud-occidentale di Inzá è tornato a farsi sentire l'eco di quella che è stata una guerra civile lunga quasi un mezzo secolo.
In un attentato rivendicato dai militanti delle Farc contro quella che ritengono essere una "fortificazione della polizia militare" sono morte otto persone, tra cui cinque soldati. L'organizzazione ha giustificato l'attacco come una rappresaglia per le operazioni che l'esercito colombiano a dispetto della tregua continua a lanciare sul territorio, compresi i bombardamenti sugli accampamenti come quello che lo scorso 18 agosto ha ucciso due dei loro capi nel dipartimento di Cauca, lo stesso della città di Inzá.
Nonostante questo clima arroventato il presidente Juan Manuel Santos, a cui un accordo con le Farc farebbe molto comodo per essere rieletto il prossimo maggio, e le Farc dicono di voler andare avanti con gli incontri. Molti i punti in agenda da trattare a cominciare dalla riforma agraria e la partecipazione politica dell'organizzazione, tema quest'ultimo parecchio spinoso che fu già tentato con gli "accordi della Uribe" firmati dall'allora presidente Betancourt e che portarono alla creazione del movimento Unión Patriotica. Peccato solo che i suoi membri dopo aver nominato alcuni deputati e sindaci vennero eliminati successivamente dalla scena (anche fisicamente) spingendo le Farc a tornare alla macchia.
Altra questione fondamentale è il tema del narcotraffico, un business un tempo molto redditizio che rappresenta buona parte delle entrate che sostengono la guerriglia, ma che la crescente lotta dei governi regionali (Messico in testa) stanchi di anni della totale anarchia che questo ha comportato sta rendendo sempre più problematica da gestire.
L'importanza dei punti in sospeso e le relazioni che i fatti recenti dimostrano non essere affatto eccellenti tra i due interlocutori fanno prevedere che il processo sarà lungo e travagliato. Almeno dopo l'attentato di Inzá sembra che le Farc accorderanno un mese di tregua a partire dal prossimo 15 dicembre. Voglia di andare avanti o solo una pausa natalizia?
Nessun commento:
Posta un commento