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giovedì 22 dicembre 2011
La Lega e l'antisistema
La Tana riapre di nuovo dopo due giorni di pausa. Ne approfitto per parlare un po' della Lega Nord, che ieri ha dato spettacolo al Senato con fischi e striscioni che urlavano "Governo Ladro". Questa non è certo una difesa della manovra (ed io non sono certo il primo ad esserne entusiasta), ma m'interessa piuttosto discutere dell'atteggiamento del Carroccio che, finita la stagione di governo, ha scelto di sbandierare apertamente le mai sopite brame secessioniste e slogan ferocemente antipolitici.
Per i leghisti duri e puri questo momento deve rappresentare una sorta di liberazione, avendo dovuto sopportare negli ultimi mesi la comune appartenenza alla casta dell'ex premier Berlusconi. Ma ora che il rapporto con il Pdl si è concluso essi si sentono come purificati dal peccato originale. Poco importa che abbiano tratto enormi benefici da questa alleanza e ne abbiano condiviso le storture: basti pensare ai ministeri del Nord creati magari per sistemare qualche padano poco disposto a calare nel Lazio.
In realtà per loro non è cambiato nulla, non fanno parte dei palazzi nonostante vi fossero dentro appena tre mesi fa. E per recuperare un elettorato sempre più deluso dallo svilimento dello spirito originario, ecco che torna il sogno della Padania Libera, del Parlamento Padano e altre provocazioni di questo genere. Basterà questo però a conservare quel 9% di preferenze che danno i sondaggi o addirittura a rafforzarlo? Oppure a forza di seminare confusione e litigare con tutti il partito alla fine tornerà davvero indietro di vent'anni, ma nel senso di non contare più nulla a livello nazionale? Può darsi pure che alle prossime elezioni tornino nelle braccia di Silvio. Però loro sono comunque l'antisistema.
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