venerdì 17 febbraio 2012

Hearts of Iron III - Spagna repubblicana

Era dalla sua uscita quasi tre anni fa che non toccavo Hearts of Iron III e da allora ne sono passate di patch e di espansioni sotto i ponti. Del resto l'avevo riposto proprio perché ero rimasto deluso da un'esperienza di gioco che consideravo molto più limitata in confronto al resto della "famiglia" paradoxiana e per certi aspetti lo è ancora. Prima di passare a uno dei tanti mod sviluppati per arricchire la versione vanilla, sperimenterò giusto un altro paio di campagne per prendere definitivamente la mano con le meccaniche. Nel frattempo sono riuscito a completare la mia prima campagna con le due espansioni (Semper Fi For the Motherland) con la Spagna Repubblicana.


Il gusto maggiore dei giochi storici è quello di andare contro la storia stessa: facendo meglio o facendo diversamente come in quest'ultimo caso. Uno dei miei obiettivi di Hearts of Iron era infatti di guidare la Spagna Repubblicana e di farla sopravvivere a una Guerra Civile che ha rappresentato il drammatico preludio della tempesta che avrebbe seguito. La sfida non era semplice visto che i franchisti ottengono la maggior parte delle truppe, ma il trucco è scegliere attentamente dove combattere. Dopo essermi concentrato a chiudere i fronti di Barcellona e Cadice e tenuto al contempo una forte difesa a Madrid, ho chiuso i nazionalisti tra i Paesi Baschi e il confine settentrionale col Portogallo fino a schiacciarli in Galizia. ¡No pasaran! si diceva all'epoca e non sono passati. :)


Durante la ricostruzione venti di guerra iniziavano a soffiare sull'Europa e siccome il vicino Portogallo inclinava pericolosamente verso l'Asse ho deciso di invaderlo per addomesticare il suo governo. Inutile dire che un anno e mezzo di guerra civile aveva irrobustito il mio esercito che impiegò pochi mesi a raggiungere Lisbona. A seguito di un'invasione in Angola, il governo portoghese scelse dunque di diventare mio satellite.


Nel giro di un anno gli stati nazi-fascisti stavano già dilagando sul continente, travolgendo la Francia e avvicinando pericolosamente i confini dell'Asse fino ai Pirenei. Il Regno Unito, rimasto da solo a combattere Hitler, mi chiedeva insistentemente di unirmi assieme a lui alla lotta. Peccato solo che davanti a me avevo un nemico che non potevo lontanamente sostenere. La neutralità era perciò una scelta obbligata se volevo sopravvivere. Con l'entrata in guerra degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica però gli equilibri erano destinati a cambiare radicalmente.


L'Operazione Barbarossa che avrebbe dovuto estendere i confini del Reich agli Urali si risolse in un colossale fallimento e già un anno e mezzo dopo lo scoppio delle ostilità, i sovietici avevano liberato la Polonia. Era arrivato il momento d'intervenire, ma non a fianco degli Alleati bensì con quello che consideravo lo schieramento naturale della Spagna Repubblicana: il Comintern. Mosca accettò di buongrado l'apertura di un secondo fronte in cambio dell'annessione del regime di Vichy e del Marocco francese. Con le truppe nazi-fasciste allo sbando l'invasione della Francia e la lotta contro la Germania non furono come bere un bicchier d'acqua, ma comunque sostenibile.


La guerra in Europa si concluse alla fine del 1944 con la resa dell'Italia, mentre in Asia durò ancora un altro paio di anni fino alla sconfitta degli ultimi stati cinesi ancora fedeli all'Imperatore Hirohito. Nel resto della campagna mi sono divertito a rivolgere mamma Mosca contro gli ultimi paesi in Europa rimasti non-allineati (Svizzera, Svezia, Bulgaria e Turchia) e alcuni asiatici (Persia, Afghanistan, Xinjiang/Sinkiang e Tibet), rendendoli miei fantocci per la causa del proletariato. 



La mappa mostra il mondo nell'anno 1948. L'Asse non esiste più, mentre l'area d'influenza degli Alleati si estende su Stati Uniti, Canada, Regno Unito e colonie, Siam, Cina, Manciuria, Corea, Giappone ed Etiopia. Il Comintern invece comprende tutti gli stati europei, Persia, Afghanistan, Xinjiang e Mongolia. 


Dalla schermata finale si può evincere come le forze socialiste abbiano decisamente trionfato nel plasmare il mondo dopo l'aggressione nazi-fascista. Come suona un vecchio adagio: viva il comunismo e la libertà!


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