giovedì 28 giugno 2012

Terminator Salvation


"Le macchine emersero dalle ceneri dell'incendio nucleare ....". 
Con questa frase nel 1984 iniziava il primo film di una delle saghe più famose della storia del cinema: Terminator.

Le macchine infatti hanno tentato di ucciderlo per ben tre volte, la prima per l' appunto ancor prima che nascesse: lui proprio lui, Jonh Connor, sarà il protagonista del quarto episodio della famosissima serie.         Ritroveremo John nel 2018: nel futuro post-apocalittico la sua disperata lotta per fermare il dominio delle macchine e di Skynet lo porterà a conoscere il suo giovane padre Kyle Reese. Egli infatti si scontra con un futuro che già conosce in una dimensione in cui è consapevole del sacrificio che 11 anni dopo dovrà chiedere a Kyle per proteggere nel passato sua madre Sarah.                         

Proprio da questa struttura si deduce che non è perfettamente corretto definire Terminator Salvation un sequel : il film da una certa prospettiva rappresenterebbe un prequel al primo Terminator visto il paradosso temporale causato da Kyle che diverrà padre dello stesso John.Non sarebbe infatti errato analizzare la saga nella sua struttura circolare in cui inizio e fine sono elementi coincidenti.                                                                                          

Questo quarto capitolo è diretto da MCG che raccoglie l'eredità del grande Jemes Cameron (Terminator , Terminator 2 : il giorno del giudizio) e di Jonathan Mostow ( Terminator 3: le macchine ribelli) ed è uscito nelle sale italiane il 5 giugno 2009.
Se è vero che è stata rispettata la time -line dei film precedenti ma sicuro anche il fatto che la pellicola introduce elementi narrativi e personaggi mai visti prima: l’ascesa al potere di Skynet e i suoi numerosi esperimenti per arrivare alla costruzione delle prime unità d’ infiltrazione tra gli umani: i terminator.
Oggi più che mai il valore di questo film è di un attualità sconvolgente se consideriamo la società in cui viviamo sempre più guerrafondaia e violenta espressione di un umanità che fatica a trovare  se stessa, la propria importanza e il suo significato esistenziale.
  

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