Una casta d'intoccabili, questo viene da pensare sui militari israeliani dopo la sentenza della corte di Haifa riguardo a Rachel Corrie, attivista per la causa palestinese uccisa nel 2003 da un bulldozer intento a demolire le abitazioni di alcuni palestinesi nella striscia di Gaza. Oltre a scagionare i responsabili dell'episodio le parole del tribunale suonano prive di tatto, perché in sostanza dicono che la Corrie se la sarebbe andata a cercare.
Questo la dice lunga sulla situazione che governa questo fazzoletto di terra, indipendente sulla carta ma profondamente condizionato dal vicino israeliano, il quale pur non occupandolo direttamente (dal 2005 s'intende) lo sottopone a severissimi controlli temendo le infiltrazioni dei militanti di Hamas che qui sono molto più radicali rispetto alla più placida (perché meglio controllata) Cisgiordania.
In entrambi i territori comunque gli abusi degli occupanti diretti o indiretti restano sostanzialmente impuniti con gravissime conseguenze soprattutto per gli abitanti della striscia, il cui livello di vita ha raggiunto livelli già intollerabili ed è destinato a peggiorare se dobbiamo dar retta all'ultimo rapporto dell'Onu, che prevede sarà un posto invivibile nel giro di soli dieci anni. La forza bruta avrà pure schiacciato degli scontenti come Corrie, ma non potrà mai far tacere questo dramma in eterno...
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