martedì 16 luglio 2013

L'altra faccia dell'Horror anni '80: La Bambola Assassina

Pensavate fosse una bambola innocente e invece vi seppellirà...
Il caso riguarda il film La Bambola Assassina di Tom Holland del 1988. Divenuto un cult alla pari di film come Venerdì 13 o Nightmare dal Profondo della Notte, la pellicola presenta una struttura tutta sua (in alcune sequenze rende omaggio al cinema horror classico come ad esempio il quarto episodio che omaggia il film La moglie di Frankenstein) ponendosi al limite tra Horror e Thriller.
Questo processo di fusione, che era accaduto già con Venerdì 13, qui si trasforma però nel Thriller più esplicito e violento sfociando solo nel finale in uno stile di tipo Horror.

Sinossi: Lo strangolatore serial killer di Chicago, Charles Lee Ray stanato dalla polizia, è inseguito fra le strade della città dal detective Mike Norris. Dopo essere stato ferito alla gamba, Charles tenta di raggiungere il furgone sul quale lo attende il complice Eddie Caputo ma questi, vedendo il trambusto e una macchina della polizia in avvicinamento, fugge abbandonando l'amico. Ormai privo di speranze, Charles si rifugia in un negozio di giocattoli dove Norris gli spara. Giurando vendetta contro il detective e l'amico che lo ha tradito, mette in pratica un rito voodoo su un pupazzo "Chucky Tipo Bello" per trasferire la sua anima al suo interno. Il rito porta ad una tempesta di fulmini sul negozio, che ne causa l'esplosione. Norris sopravvive e ritrova il cadavere dello strangolatore con la bambola accanto.
Il mattino seguente, il bambino di 6 anni Andy Barclay chiede alla madre Karen un bambolotto Tipo Bello per il suo compleanno...sarà l'inizio dell'incubo.
La Bambola dunque, lo strumento più infantile che c'è, è qui un pericoloso Serial Killer confermando quello che al cinema è ormai un cordone invisibile che lega l'innocenza alla violenza più cruda. La Bambola in realtà spaventa il nostro inconscio: nel processo di catarsi se la minaccia proviene da oggetti di uso comune o peggio da strumenti di spensieratezza e felicità la fusione tra la storia e noi spettatori riesce e questo processo di immedesimazione ha un maggior successo poichè, se ci pensate, ognuno di noi possiede in casa una bambola o qualcosa di simile. Inoltre nel film la paura è generata dalla suspance e dalla violenza del Killer, non ci sono scene horror di particolare spessore ma si registra un'intensità che ci regala momenti ad alta tensione.

Questo senso iniziale di sicurezza che ci infonde la Bambola si trasformerà nel nostro incubo peggiore...



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