sabato 21 luglio 2012

Il 3D vantaggio o fregatura?

Chi di voi, di questi tempi, non ha visto un film in 3D?
Come ormai risulta evidente, ai giorni nostri, la vita è certamente più frenetica e veloce ed il costo di ogni nostra attività sale esponenzialmente di anno in anno.
È il caso del cinema: se per un film normale toglie dalle nostre tasche circa 8 €, arriva a chiedercene addirittura da 10 a 12 per una proiezione in tridimensione. Ma ne vale la pena?
Il 3D rappresenta il futuro del cinema o è solo un momentaneo revival di tecniche passate? La risposta è apparentemente scontata: il 3D esiste addirittura dagli anni '20 del secolo scorso e solo dal 2003 ha via via ritrovato mercato suscitando un nuovo interesse nel pubblico.
Per quando migliorato da una generazione completamente nuova di apparecchiature (cineprese e occhiali a cristalli liquidi) è comunque chiaro che non potrà mai sostituirsi al “vecchio” cinema: si troverà la maniera di utilizzarlo senza affaticare in modo così manifesto i nostri occhi?
Questo tipo di proiezioni, che tecnicamente vengono definite stereoscopiche, hanno infatti bisogno di specifiche apparecchiature (non solo i classici occhiali che ci danno all’ interno della sala) applicabili alla telecamera. In realtà gli occhiali che ultimamente inforchiamo spesso dividono la nostra visione in due parti: si ha la possibilità di vedere l’ immagine da due punti distinti (lontani circa 6 cm) e il nostro cervello, grazie alle lenti specifiche, riceve segnali differenti dai singoli punti corrispondenti con l’ occhio destro e con il sinistro. Avendo noi esseri umani una visione conica e unica i due punti si fondono dandoci un’immagine unica sfasata in profondità.
La vera svolta arriva negli anni ’50 quando, in una fase assolutamente crescente di popolarità, il 3D passò dalla tecnica dell’anaglifo a quella della luce polarizzata.
È però negli anni ’80 e precisamente tra il 1980 e il 1984 che il 3D torna alla ribalta con uscite cinematografiche come Lo Squalo 3 o AmityVille 3D. Insomma gli autori di cinema hollywoodiani vengono colpiti da una mania delle terza dimensione paragonabile a quella di una trentina di anni prima.
È la storia dunque che dimostra come in realtà il 3D tutto sia tranne che una novità. Esso rappresenta un fenomeno legato al business (visti i rincari dei biglietti) e una sorta di ancora di salvataggio in un momento di crisi.
Molti saranno i film del passato (George Lucas ha riconvertito addirittura la saga di Star Wars) che, riproposti con questa tecnica, torneranno in sala: tutto dunque per colmare la scarsità di originalità che sta colpendo Hollywood. Ed è plausibile che, a crisi conclusa (speriamo), il 3D torni nel dimenticatoio dal quale in realtà non è mai veramente uscito.
E' la storia e l'atmosfera ad appassionarci al cinema, un paio di occhialini non ci potranno mai regalare le emozioni di un'avventura ben scritta ed interpretata....il 2D non offre emozioni minori, a fare la differenza sarà sempre la qualità del soggetto e della sceneggiatura. Quello deve essere il nostro riferimento per la scelta del film da guardare, in tutto questo il 3D sarà un completamento per rari casi in cui come in Avatar di James Cameron, il film, ambiantato in un mondo alieno costruito maestosamente bene per questo tipo di risoluzione visiva, richiedeva una milgioria tecnica nella visione. Se per questo genere di pellicole è comprensibile uno sborso economico maggiore, lo può essere anche per i cinepanettoni o i film minori? la risposta con un pò di buonsenso la sapete già....

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