giovedì 30 maggio 2013

Italia - Disoccupazione Giovanile: vincono i Neet


L’Italia non crescerà, nelle migliori delle ipotesi, prima del 2015. Per i giovani si apriranno scenari opachi e nebulosi per il loro futuro lavorativo.


Il dato è evidente e scaturisce dai numeri forniti dall’Istat sulla situazione giovanile: tra il 2008 e il 2012 il tasso di occupazione dei 15-29enni è diminuito di circa 7 punti percentuali, e solo nell’ultimo anno è sceso di 1,2 punti. Ma la notizia più sconvolgente è quella relativa al numero di giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano (disoccupati e inattivi) e non frequentano nessun corso di istruzione o formazione  i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training)  che nel 2012 è ulteriormente aumentato di 95 mila unità (4,4 per cento). Questo dato mette in evidenza un fatto: tra i giovani cresce un senso di scoraggiamento e una diminuzione dell’impegno nel trovare lavoro. I più penalizzati certamente tutti coloro che non hanno più della licenza media, seguiti dai diplomati e laureati molti dei quali non riescono a trovare lavoro nonostante una pluriennale ricerca che va oltre i tre anni dal conseguimento del titolo.

Sono ormai in questa posizione due milioni e 250 mila giovani (23,9 per cento). Molti sono alla ricerca attiva di lavoro (40 per cento), circa un terzo sono forze di lavoro potenziali e il restante 29,4 per cento sono inattivi che non cercano lavoro e soprattutto  non sono disponibili a lavorare.

Questo dato preoccupante sarà in crescita soprattutto nel nostro paese, nel 2014 infatti il tasso di disoccupazione generale arriverà alla soglia del 12.5 % con un 40% di disoccupazione giovanile. Il confronto con gli altri paesi europei mette in luce come in Italia durante la crisi la quota di Neet sia cresciuta in misura maggiore e lungo tutto il triennio, mentre negli altri paesi è aumentata molto nella prima fase per poi stabilizzarsi. E non solo: i dati ci dicono anche che la caduta della domanda interna, che nel nostro paese è la causa principale della diminuzione dei consumi causata da questi dati preoccupanti sulla disoccupazione, non è da imputare solo alla diminuzione degli acquisti ma si è estesa anche alla componente dei grandi investimenti, che hanno risentito delle difficili condizioni di finanziamento. Giovani senza lavoro, finanziamenti rimandati o annullati, investimenti su grandi opere in diminuzione costituiscono il quadro clinico del nostro Paese che in questo momento si trova paralizzano nella morsa massiccia dei dettami Europei.

Nessun commento:

Posta un commento