domenica 27 ottobre 2013

Elysium, Neill Blomkamp: dall'apartheid al default americano

Elysium è il racconto della separazione tra chi ha e chi non ha, e nonostante nel film diretto da Neill Blomkampn non si identifichi un chiaro riferimento geografico, il tema ricalca perfettamente un probabile sviluppo sociale all’interno degli Stati Uniti.
L'estrema ineguaglianza sociale non è solo "sbagliata dal punto di vista morale, ma anche da quello della politica economica", diceva Barack Obama al pubblico del Knox College, in Illinois. Queste problematiche rese poi metafora nel film dalla più grande struttura spaziale mai realizzata, Elysium, indicano il problema dell'abisso che in USA separa ricchi e poveri come una delle priorità da risolvere.

Questa ricerca di uguaglianza, di equilibrio e di equità sembra ormai aver preso piede nell’immaginario a stelle e strisce, insomma lo scontro tra Repubblicani e Democratici sulle misure della riforma sanitaria Statunitense che di fatto divide tra chi possiede echi no sono portate dal grande schermo da questo film. Se la stazione nell’immaginario può rappresentare l’immenso problema di una sanità totalmente privata e di classe, l’America e il suo rischio default si concretizzano nel film nelle valli desolate di una terra consumata, senza risorse, senza possibilità. Questa gigantesca metafora dell’America di oggi, ma in un certo senso espressione del mondo intero, è l’anima stessa di Elysium di Neill Blomkamp.

Insomma un regista che trasla in un contesto sci-fi il tema dell’apartheid, del razzismo e della xenofobia non può che esser considerato di talento. Questo è Neill Blomkamp .

Il lavoro di Blomkamp nel creare la sua storia mutante cominciò qualche anno prima, con la produzione di un cortometraggio di soli sei minuti Alive in Joburg, dal quale grazie all'incontro con Peter Jackson si svilupperà District 9. L’attenzione alle storie di deportazione, abbandono e sfruttamento  sembrano essere particolarmente ispiranti per questo regista che con Elysium tornerà a trasfigurare il futuro metaforizzandolo di gravi e pesanti significati appartenenti al passato e al presente dell’umanità.

I deboli, gli ultimi, gli indifesi sembrano essere i suoi principali protagonisti, tutti con un comune denominatore la lotta di classe, la lotta di diritto. Un uomo che racconta storie di ultimi ma che conosce anche il mondo dei videogames e della fantascienza con altrettanta competenza; nel 2007 dirige tre cortometraggi live action ambientati nell'universo del videogioco Halo, noti collettivamente come Landfall, per promuovere l'uscita di Halo 3. Nel 2008, Halo: Combat, il secondo dei tre lavori, vinse la Palma d'oro del cortometraggio al Festival di Cannes, tutto questo è Neill Blomkamp un regista di sicuro avvenire. Dai videogiochi arrivando ai temi dell’apartheid tutto concepito con estrema accuratezza raccontando storie allo stesso tempo sui più bisognosi che strizzino l’occhio alla fantascienza classica degli anni ’80.

Un uomo a tutto tondo insomma  capace di fondere insieme passione e capacità, autorevolezza e sensibilità che trasforma in un grande viaggio alla ricerca della verità.

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