"Ora abbiamo le leggi, ma questo non porta da subito un cambiamento sociale. Bisogna cambiare la mentalità della gente" dice il fondatore della stazione Anil Srivatsa per il quale non è importante soltanto offrire dei contenuti in cui i gay possano riconoscersi, ma anche sensibilizzare l'opinione pubblica. Stando ad un sondaggio dell'anno scorso dell'Hindustan Times infatti per due terzi dei giovani indiani con una media istruzione l'omosessualità non è da considerare una "preferenza sessuale accettabile".
La battaglia di Q radio e delle associazioni lgbt che stanno nascendo in tutto il paese non sarà facile. Di recente lo stesso ministro dell'Interno avrebbe chiesto alla Corte Suprema di rendere nuovamente illegali i rapporti gay. Ma già il fatto che esista finalmente un medium rivolto a loro è qualcosa che fino a non molto tempo fa era impensabile.
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