In un paese colpito troppo spesso da stupri e femminicidi, la sezione di Kanpur (nello Stato settentrionale dell'Uttar Pradesh) dell'Indian Ordnance Factory, una sorta di complesso militar-industriale alle dipendente del Ministero della Difesa, ha colto la palla al balzo per offrire alle indiane un'arma studiata apposta per la propria difesa. Lanciata il 6 gennaio, la Nirbheek ha già ricevuto una forte richiesta, ma restano tanti anche i dubbi sull'efficacia di questa soluzione.
L'arma è stata chiamata in onore di Nirbhaya, il nome fittizio per indicare la studentessa stuprata e uccisa su un autobus alla fine del 2012. Da allora la piaga del femminicidio ha continuato a far discutere la società indiana che ultimamente si è commossa per la storia di una dodicenne di Calcutta, violentata una prima volta e poi bruciata viva ai primi di gennaio per aver denunciato i fatti alla polizia.
Secondo le autorità una donna armata metterebbe in fuga la maggior parte degli stupratori, anche se il prezzo dell'arma (2.5 lakh) esclude già di suo le classi medio-basse, che sono il target principale degli stupratori. Tra le dirette interessate è poi diffuso il timore che una pistola potrebbe non fare molta differenza quando un uomo ti salta addosso e riesce rapidamente a metterti fuori gioco con la sua maggiore forza fisica. Ad esempio Tanmay Chakraworty sul Times of India commenta la notizia dicendo che gli stupratori dopo la violenza "riceverebbero anche una pistola come ricompensa".
Oltre a questo la messa in commercio della Nirbheek presenta delle complicazioni di ordine pubblico, in quanto potrebbe aumentare un numero di licenze per il porto d'armi che nell'Uttar Pradesh è già di quattro volte superiore a quello delle forze di polizia.
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