lunedì 23 aprile 2012

La riscossa dell'America Latina


Mi capita raramente di parlare del Sud America, colpa di un abitudine che fa, ingiustamente, considerare questa terra un luogo remoto e allo stesso tempo irrilevante per l'ingombrante vicino a stelle e strisce. Ma quante cose sono cambiate negli ultimi anni e quante ne stanno cambiando ancora, come dimostra questa bella foto delle donne latinoamericane al potere (altro che la Minetti o la Santaché nostrane...) che considero l'emblema di un continente in ascesa.
L'America latina non vuole più essere sottomessa né taciturna, ma dare prova di assertività e orgoglio come stanno facendo, seppur in modi diversi, la presidente brasiliana Dilma Rousseff e l'argentina Cristina Férnandez de Kirchner. La prima facendo tesoro dell'eredità di Lula per proiettare un gigante che nei prossimi anni ospiterà due importantissimi eventi internazionali (Mondiali e Olimpiadi) e si sta impegnando assieme agli altri paesi emergenti (Brics) per un ordine alternativo/complementare a quello occidentale. L'altra battendo il tasto dello spirito nazionale con l'annosa questione delle Falkland e giocando mosse azzardate come la parziale nazionalizzazione della compagnia petrolifera Repsol-Yof, una tattica che al di là della sua legalità o meno (a rimetterci saranno soprattutto gli spagnoli) sul lungo termine della caccia sempre più serrata delle risorse potrebbe risultare molto vantaggiosa per il paese. 
A caratterizzare il Sud America quindi non è più l'autocompiacente machismo alla Chavez, uno schieramento che nell'ultimo Vertice delle Americhe ha confermato la sua parabola discendente con una partecipazione frammentata ed inconcludente, ma una forza ed una concretezza tutta al femminile. Questa storia potrebbe insegnare qualcosa pure al buon vecchio stivale... 

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