giovedì 11 ottobre 2012

Ai ferri corti


La diplomazia non sempre è all'altezza delle grandi questioni che si trova ad affrontare e lo è ancor meno quando i grandi versano in momenti di delicata transizione (Cina e Stati Uniti) o di riassestamento (Russia e Ue). Per questo il più delle volte si preferisce temporeggiare o addirittura dimenticare in attesa di tempi più favorevoli nella speranza che la situazione intanto non degeneri fino a tornare alla ribalta con inaspettata violenza.
Purtroppo gli esempi in questo senso non mancano, anche in tempi recenti: è successo in Libia con l'assalto all'ambasciata americana e più di recente in Siria, dove le difficoltà nel trovare una via d'uscita alla rivoluzione si stanno intrecciando ad un allarmante peggioramento dei rapporti con la Turchia. È la tensione aumenta non solo tra i due paesi, ma in tutto il circondario.
L'ultimo caso scoppiato sulle armi russe sequestrate su un aereo di linea diretto a Damasco e la conseguente polemica tra Erdogan e Mosca dimostrano che se determinati contesti vengono trascurati troppo a lungo alla fine possono aprire faglie molto più pericolose. A meno che cotanta colpevole indifferenza non serva proprio a trovare quel casus belli per i cosiddetti tempi più favorevoli...






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