Il progetto è quello di una quadrilogia. Entro il 2018 Avatar, capolavoro di James Cameron, avrà ben tre sequel.
A questa notizia si aggiunge ora che i due protagonisti del primo capitolo Sam Worthington e Zoe Saldana hanno firmato per partecipare a questo progetto.
Avatar 2,3 e 4 saranno girati in contemporanea in Nuova Zelanda ed è obbiettivo di Cameron una maggiore accuratezza nella realizzazione delle immagini in 3D relative al mondo di Pandora.
Come per Lo Hobbit o il Signore degli Anelli gli attori i prossimi tre film saranno girati in contemporanea e usciranno ad un anno l'uno del'altro.
Ma qual'è il segreto del successo di questo progetto?...
Una piccola vetrina su politica, cinema e videogiochi. Venite viandanti della rete, ascoltare non ha prezzo.
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domenica 19 gennaio 2014
mercoledì 4 dicembre 2013
Universi a confronto, Alien e Aliens: l'analisi

sabato 13 aprile 2013
Terminator: racconto di un processo di disumanizzazione

Vogliamo rivivere una delle saghe cult più affascinanti del cinema degli ultimi trent'anni, una rivoluzione culturale che ha aperto per l'umanità il delicato quesito sulla responsabilità di creazioni di intelligenze artificiali e sul ben più complesso processo di disumanizzazione della società contemporanea.
Tutto questo sotto la regia visionaria di un genio di nome James Cameron...
giovedì 13 dicembre 2012
Il ritorno degli Avatar
“Ho aspettato che la tecnologia della grafica
computerizzata avanzasse sempre più, facendo sì che i costi del film non sarebbero
lievitati troppo, cosa che sarebbe accaduta dieci anni fa! Voglio creare un
nuovo tipo di grafica virtuale aiutandomi con l'animazione del motion capture.
Con il mio "Reality Camera System", il digitale sembra reale e
viceversa”. James Cameron.
Si
può considerare l’evento del decennio, superiore anche alla saga del Signore degli Anelli, stiamo parlando di
Avatar che, è ufficiale, avrà due
seguiti.
venerdì 22 giugno 2012
Spazi e miti, tra epica e favolistica: Steven Spielberg e James Cameron
Quando un incasso sensazionale si mescola ad un immaginario filmico affascinante e visionario, nel campo della fantascienza, vengono subito in mente due nomi: James Cameron e Steven Spielberg
Registi di film quali: Lo squalo (1975) Terminator (1984) Aliens (1986) Indiana Jones (4 film dal 1984 a oggi) e non ultimo in ordine di importanza lo strabiliante Avatar (2010), i due hanno letteralmente ricostruito uno stile filmico di intrattenimento, soprattutto negli anni ’80, in cui trovò la sua consacrazione (non che prima non esistesse) la concezione del cinema come puro svago.
Con una ricerca di una spettacolarità sempre più marcata e sempre più funzionale, in un macro-cosmo cinematografico dove sembra valere solo la legge dell’effetto più riuscito e verosimile, loro sembrano ancora ricercare originalità e contenuto.
Ciò che senza dubbio li accomuna è il perfezionismo e la sperimentazione di nuove tecnologie unite alla contaminazione di generi che svariano in sottotipologie connesse al cinema americano degli anni ’70 definito storicamente “New Cinema” (in reazione alla vecchia concezione americana ormai obsoleta) seguendo scie di artisti e registi indiscussi come Francis Ford Coppola, Woody Allen, Stanley Kubrick e Martin Scorsese.

Ma cosa realmente li differenzia? Se per Spielberg la fantascienza è innanzitutto favolistica costruita con occhio raffinato e scrupoloso, Cameron si dirige in un’ altra direzione, ovvero l’epica intesa come canto di nobili gesta in guerre agghiaccianti e disperate dove spicca la figura dell’eroe. Colui che sacrifica se stesso per una causa più grande, in un mondo spazio temporale carico di drammaticità e morte.
Elemento quello drammatico che per il regista dello Squalo è sicuramente meno marcato ma, nella sua accezione tradizionale, è rivolto maggiormente a temi politici e sociali più marcati, come nel film Salvate il soldato Ryan (1998). Spielberg insomma sembra distaccarsi sempre più dall’elemento favolistico, misterioso ed alieno (ET del 1982 o Incontri ravvicinati del terzo tipo del 1977) per avvicinarsi alla concretezza della realtà.
Cameron d’altro canto possiede una concezione più surreale del cinema, sfociando a volte nell’inconscio attraverso metafore visive che risultano sempre convincenti e ben strutturate e dove non mancano riferimenti ad una società malata e materialista. L’umanità è schiava dell’impianto sociale che ha costruito. In film come Aliens, Terminator , Titanic e Avatar l’uomo è sempre vittima delle sue creazioni e il risultato di questo eterno duello lo vede quasi sempre sconfitto, nonostante la presenza del personaggio-eroe di turno.
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